La chiesa di San Salvatore, edificio del xiii secolo, rimaneggiato nel xviii secolo, venne restaurato nel 1948. Un ultimo intervento conservativo risale al 1970.
La facciata, entro due paraste su alto
basamento, è aperta da portale preceduto da tre scalini. Il campanile venne restaurato nel 1901, come sembra attestare una lastra con questa data murata
lungo il fusto della costruzione.
L’interno della chiesa, ad aula unica
conclusa da abside rettangolare con angoli arrotondati, ha pareti intonacate,
scandite da paraste raccordate da cornicione.
Nei due altari laterali, a destra e a sinistra, sono le tele settecentesche raffiguranti la Madonna col Bambino,
sant’Antonio abate e l’elemosina di san Patrizio, e San Patrizio. Quest'ultima attribuita da Massimo Papetti ai fratelli
Ubaldo e Natale Ricci.
Le stazioni della Via Crucis sono litografie incise da Jacques-François Gauderique Llanta o da Jacques Llanta (con tutta probabilità il figlio del primo), stampate da Lemercier, per conto della casa editrice Basset, nei primi anni della seconda metà del xix secolo.
Le stazioni della Via Crucis sono litografie incise da Jacques-François Gauderique Llanta o da Jacques Llanta (con tutta probabilità il figlio del primo), stampate da Lemercier, per conto della casa editrice Basset, nei primi anni della seconda metà del xix secolo.
Dell’arredo sacro fa parte una Croce-reliquario
astile (1420 circa), dell’orafo Antonio da Sant’Elpidio, in argento fuso,
sbalzato, cesellato, inciso e parzialmente dorato, ampiamente rimaneggiata in
un ripristino posteriore. Nel recto
sono state aggiunte le originali placchette quadrilobate a profilo mistilineo.
Nelle formelle dei bracci sono quattro figure a mezzo busto: a sinistra l’Addolorata, a destra San Giovanni Evangelista, in quello
superiore la figura del Padre
Eterno, e, in basso, il patrono del paese: San Patrizio. All’incrocio dei bracci si trova la statuetta del Crocifisso. Nel verso, entro tondi d’argento a fusione, sono custodite alcune
reliquie.