Marca
Si dipinge in forma di una donna bella e di virile
aspetto che con la destra mano si appoggi ad una targa attraversata
di arme di asta, coll’elmo in capo e sopra il cimiero abbia un pico [picchio] e colla sinistra mano tenga un
mazzo di spighe di grano, in atto di porgerle; ed appresso a lei vi sarà un
cane.
Si rappresenta bella, per la vaghezza della provincia,
molto bene distinta dalla natura in valli, colli, piani, rivi e fiumi che per
tutto la irrigano e la
rendono oltre modo vaga e bella.
Si dipinge di virile aspetto con una mano
appoggiata alla targa ed altre armi, per mostrare li buoni soldati che da essa provincia
escono.
Le si mette per cimiero il pico, arme di questa regione,
essendoché il pico uccello di Marte fusse guidato e andassi avanti le legioni
de’ Sabini [Piceni] e quelle nella
Marca conducesse ad essere colonia di provincia, e per questo fu detta a tempo
dei Romani la Marca «Ager Picenus»,
come ben descrive assai in un breve elogio il sig. Isidoro Ruberto,
nella bellissima e maravigliosa Galleria di Palazzo nel Vaticano fatta far da
Gregorio papa XIII di felicissima memoria [Galleria
delle carte geografiche], nella qual fu di molto aiuto il reverendissimo padre
Ignatio Danti perugino e vescovo d’Alatri [geografo
domenicano], che e n’ebbe suprema cura da sua beatitudine; e l’elogio fu
questo: «Ager Picenus, ager dictus est propter fertilitatem,
Picenus a Pico Martis, ut Straboni placet,
nam annona, et militibus abundat, quibus
saepe Romam, caeterasque Italiae, Europaeque partes iuvit».