Nel territorio di Massa Fermana, parte dell’ager della
città romana di Falerio Picenus
(Piane, frazione di Falerone) venne rinvenuta un’epigrafe
funeraria d’epoca romana, dedicata dal vilicus
Apollonius allo schiavo Sermo, morto quando aveva solo 6 anni.
Nel xiii
secolo il castrum Massae
apparteneva a Guglielmo, dei signori da Massa, una potente famiglia feudale del
Fermano.
I Fermani, che
avrebbero acquisito pienamente il possesso di Massa solo alla fine del xiv secolo, lo controllavano tramite un
vicario del loro podestà. Il funzionario, che peraltro poteva eleggere un
proprio sostituto, restava in carica un anno.
Nel 1413, i Malatesta, in guerra con il signore di Fermo Ludovico
Migliorati, prendevano il castello, riconquistato da quest'ultimo tre anni
dopo.
Nel 1862
re Vittorio Emanuele II autorizzò il comune ad assumere la denominazione di
Massa Fermana, in conformità
alla disposizione governativa che prevedeva l’aggiunta di un secondo
appellativo a tutti quei comuni d’Italia
che avevano lo stesso nome.
Nel Dizionario
topografico dei comuni compresi entro i confini naturali dell’Italia compilato da Attilio Zuccagni-Orlandini, dato alle stampe nel 1861, leggiamo che: “la industria speciale degli abitanti è la
fabbricazione dei cappelli di paglia”.