Nel
secondo piano di palazzo Leopardi è allestita la Pinacoteca
«Fortunato Duranti», nata nel 1842, quando l'artista Fortunato Duranti, nato a Montefortino, donò al
comune la sua raccolta di dipinti. L'attuale allestimento venne realizzato da
Luigi Serra negli anni 1920-23.
Breve biografia di Fortunato Duranti
Fortunato
Duranti nacque a Montefortino nel 1787. Prima del 1807 era a Roma, alla scuola
dell’abate Domenico Conti, seguace
di Pompo Batoni, protetto dal cardinal Bernardino
Honorati. In difficoltà dopo la morte di quest'ultimo, non riuscendo a ottenere
nessuna commissione artistica importante, indirizzò la sua attività
all’antiquariato. Dopo
il 1840, i primi segni di squilibrio mentale, lo costrinsero a ritirarsi a
Montefortino, dove morì nel 1863.
Allestimento museale
Salone
gentilizio
Nel
salone gentilizio troviamo una Croce lignea di Jacobello di Bonomo. Di Pier
Francesco Fiorentino è la tempera raffigurante la Madonna in trono col Bambino e gli arcangeli Michele e Raffaele con
Tobiolo, datata 1497. Di
Nicola di Maestro Antonio d’Ancona è una Santa
Lucia e i santi Antonio di Padova e Bernardino da Siena, forse la cimasa
della pala realizzata nel 1472 per la chiesa di San Francesco alle Scale di
Ancona. Nella stanza sono esposte anche alcune tavole di Pietro Alamanno.
Di
Antonio Aquili, detto Antoniazzo Romano è una Santa Caterina, probabilmente parte di un polittico a più registri.
Di Jacopo del Sellaio è una Madonna
adorante il Bambino, probabilmente dipinta ribaltando un preesistente
cartone.
Del
Perugino è un piccolo tondo a olio su tavola raffigurante il Cristo della passione, realizzato nei primi anni ’20 del xvi secolo, insieme ad altri due tondi
ora al North Carolina Museum of Art di Raleigh
raffiguranti l’Addolorata e San Giovanni Evangelista.
Di
Fortunato Duranti è il suo Autoritratto.
Per sfondo è dipinto un confuso paesaggio roccioso su un cielo cupo. Un anglo
della tela è raffigurato rovesciato in avanti, tanto da scoprire la cornice di
un sottostante dipinto nascosto.
Dell’artista
è anche una composizione dello stemma di Montefortino. Nei lati dell’ovale, in
basso, sono rappresentate due belve. Sopra sono le allegorie dell’Europa felice e dell’Italia fortunata.
Fortunato
Duranti realizzò delle copie di quadri famosi, come quella parziale su una
lastrina di marmo della Madonna di
Foligno di Raffaello. Un’altra, sempre dallo stesso soggetto, ma limitata
al volto della Vergine, è dipinta questa volta su tavola.
La
piccola targa lignea raffigurante l’Immacolata
Concezione (xviii secolo), era
forse la parte terminale di un qualche altare.
In
alcune bacheche del salone gentilizio sono esposti alcuni disegni di Fortunato
Duranti.
Nei suoi disegni l’artista propone immagini con
personaggi geometricamente squadrati.
Sala
A
In questa sala sono collocati due frammenti
di ciborio dipinti da Raffaello Motta, detto Raffaellino da Reggio, forse parti
di un’unica predella. D’arte marchigiana della metà del xvi secolo è una piccola tavola con nel lato esterno uno
stemma rappresentante una ruota a cinque raggi, collegato al culto di santa
Caterina d’Alessandria. Nei lati interni della tavola sono raffigurati alcuni
santi, scomparti laterali di un trittico di cui è andata perduta la parte
centrale.
Il
Poeta è simile alle tante tele
dipinte da Jusepe de Ribera, detto lo Spagnoletto.
Seppur con qualche perplessità la tela raffigurante San Girolamo è attribuita al pittore ferrarese Giuseppe Caletti,
detto Cremonese. La tela raffigurante Il
Fumatore è attribuita al cosiddetto Maestro del lume di candela, identificato con Trophime Bigot.
Di
Pierre Subleyras è la teletta raffigurante la Madonna col Bambino appare a sant’Antonio di Padova, probabilmente
un bozzetto per un’opera non ancora individuata. Il Dio padre con le tavole delle Legge, attribuita a Fortunato
Duranti, è un dipinto realizzato sui modi di Corrado Giaquinto.
L’Adorazione del Bambino è una copia del
tondo conservato alla Galleria Borghese di Roma, dipinto nel 1500 da fra’
Bartolomeo della Porta. La Madonna di san
Sebastiano è una copia della tela conservata al Gemäldegalerie
Alte Meister di Dresda, dipinta da Correggio per l’oratorio della
Confraternita di San Sebastiano a Modena nel 1524-26. Una copia da Paolo
Veronese è il Cristo confortato da un
angelo nell’orto del Getsemani, variante del quadro conservato alla
Pinacoteca di Brera. L’Ecce Homo,
copia dal Guercino, deriva dalla tela conservata nella Galleria nazionale
d’Arte Antica di Palazzo Corsini a Roma. Il Profeta
Ezechiele deriva da un bozzetto dipinto da Giovanni
Pietro Paolo Melchiorri per la chiesa di San Giovanni in Laterano a
Roma.
Dell’arredo
della sala fanno parte anche due statuette di profeti, probabilmente parti di
un altare ligneo.
Sala
B
In
questa sala è esposta una lunetta dipinta raffigurante San Giorgio e il drago, copia in controparte della versione del San Giorgio dipinta da Raffaello Sanzio
per il duca di Urbino Guidobaldo da Montefeltro, in relazione alla missione
diplomatica in Inghilterra di Baldassar Castiglione nel 1506.
Il
Sacrificio d’Isacco è attribuito a
Nicolò Musso. Il Ritratto di cardinale
è un dipinto realizzato sui modi di quelli di Scipione Pulzone.
L’Adorazione dei pastori, copia da Anton
Raphael Mengs, deriva dalla tela conservata al Museo del Prado di Madrid. L’Andromeda e Perseo è probabilmente un
bozzetto.
Nella
sala è collocato anche un busto del Cristo,
attribuito, pur con qualche dubbio, a Nicolas Cordier. I due Angeli sono vennero scolpiti da Giuseppe
Mazzuoli. Nella stanza è esposto anche un piatto da elemosine in ottone. Nel
cavetto dell'oggetto è sbalzata la rappresentazione del Peccato originale.
Sala
C
In
una parete della sala successiva è esposta la tela raffigurante lo Stemma dell’Accademia dei Catenati:
copia di quello conservato a palazzo Buonaccorsi a Macerata. Del xvii secolo è la Giuditta e la fantesca. Dalla bottega di Placido Costanzi proviene
l’olio raffigurante l’Annunciazione.
Di Giuseppe Bartolomeo Chiari è la tela raffigurante l’Assunta e angeli, racchiusa entro una cornice in legno dorato di
gusto rocaille.
Il
Trionfo dell’Amore Divino, copia da
Rubens, deriva da un ciclo d’arazzi rappresentante il Trionfo dell’Eucarestia ordinato tra il 1625 e il 1628 al pittore
dall’arciduchessa Isabella Clara Eugenia per il convento carmelitano di Madrid.
La copia, probabilmente, deriva dall’incisione realizzata da Adriaen Lommelin,
tratta dal modello del Museo del Prado di Madrid. L’Annunciazione, copia da Carlo Maratta, deriva probabilmente da una
tela andata perduta.
Dell’esposizione
fa parte anche un busto di Diana, datato all'inizio del xviii secolo.
Sala
D
Nella
sala D sono esposte le nature morte della collezione. Nella stanza sono
collocati anche quattro pannelli dipinti con putti, parti di una carrozza,
smontati per essere trasformai in quadretti: i pannelli oblunghi fissati ai
lati, mentre gli ovali dovevano trovarsi nelle portiere. Per l’attribuzione di
quest’ultimi dipinti è stata proposto Ignazio Stern.
Un
cassone intagliato, rappresentante: Uccisione
di Golia, stemma centrale e Trionfo
di David, è accostato ai lavori di Alberto di
Giovanni Alberti, detto Berto. Un altro, con intagliato: Cesare attraversa il Rubicone, stemma
nobiliare e Trionfo di Cesare, è
stato messo in relazione a un qualche intagliatore romano della metà del xvi secolo.
Nella
sala troviamo anche un piccolo arazzo rappresentante un Mazzo di fiori, racchiuso entro una cornice intarsiata in
madreperla. Dell’esposizione fa parte anche un piccolo canivet devozionale
intagliato su carta.
Sala
E
Nella
sala successiva sono esposte tante tele di Corrado Giaquinto. La maga è raffigurata seduta all’interno
di una grotta. Con la bacchetta, la donna, sembra evocare un serpente. L’Assunta è uno dei bozzetti per la pala
della chiesa di Santa Maria Assunta a Rocca di Papa. L’Apparizione della Vergine a san Filippo Neri è probabilmente un bozzetto
per qualche tela. San Nicola da Bari
benedice i guerrieri, una versione del bozzetto del Museo di Capodimonte di
Napoli, dipinto per la tela compiuta nel 1746 della chiesa di San Nicola dei
Lorenesi a Roma. Il Sogno di san Giuseppe
è stato messo in relazione con il dipinto conservato nel Palazzo arcivescovile
di Taranto, proveniente dalla chiesa di San Domenico di quest'ultima città. La Natività della Vergine è un bozzetto per la tela del duomo di Pisa, che
sappiamo messa in opera nel 1753. Nella sala sono esposte anche alcune copie da
Corrado Giaquinto.
Di
Ludovico Trasi è la tela raffigurante il Riposo
durante la fuga in Egitto. Di Thaddeus Kuntz
è una tela raffigurante l’Assunta. Alessandro Magno nel tempio di Gerusalemme
è un bozzetto realizzato da Sebastiano Conca per di un dipinto commissionato
all’artista nel 1735 per il palacio de La Granja,
attualmente conservato nel palacio de Riofrío a
Segovia.
Sala
F
In
questa sala, di Pier Leone Ghezzi è il Paesaggio
con san Francesco, realizzato nel 1698. Due altri paesaggi vennero dipinti
a tempera su carta da Alessio de Marchis. Una piccola Veduta del Pantheon con mercato e figure (inizi xviii secolo) è attribuita all’ambito di
Giovanni Paolo Panini.
Dell’ambito
di Carlo Maratta è la tela raffigurante l’Annunciata.
Di Gaspare Landi è la Carità. Di
Domenico Corvi è l’Apparizione
del Bambino a sant’Antonio di Padova.
L’Ebbrezza di Noè è una copia da Jacopo
Chimenti, detto l’Empoli. La Partenza di
Abramo per la terra di Canaan, copia da Giovanni Benedetto Castiglione,
detto il Grechetto, deriva dalla tela conservata al Fitzwilliam Museum di
Cambridge, dipinta con tutta probabilità dopo il 1655. L’Educazione della Vergine, copia da Giuseppe Bottani, deriva dal
bozzetto dipinto dall’artista per la tela nella chiesa di Sant'Andrea alle
Fratte a Roma, attualmente nella
Pinacoteca dell’Accademia di San Luca.
Dell’esposizione
fanno parte anche due statuette femminili in bronzo dorato, forse dei
candelieri privi però del piattino per raccogliere la cera.
Sala
G
Di
Benedetto Luti è la tela raffigurante l’Educazione
della Vergine, probabilmente una versione di quella all’Alte Pinakothek di
Monaco di Baviera. Di Vincenzo Camuccini è l’Incredulità di san Tommaso. La Madonna
Lavagi, copia da Pompeo Batoni, deriva dalla tela conservata nella
Pinacoteca Capitolina di Roma.
L’arazzo
rappresentante la Madonna che legge
deve provenire da una delle botteghe romane impiantante da arazzieri della
manifattura di San Michele a Ripa Grande. Dell'esposizione fa parte anche un
modellino della Traslazione della Santa
Casa.
Sala
H
Nella
sala sono esposti tanti bozzetti di Cristoforo Unterperger. Il San Ponziano risparmiato dai leoni è un
modello dipinto per la tela realizzata per il duomo di Spoleto. Di Ignazio
Unterperger, fratello di Cristoforo, è il Trionfo
di Bacco. Il Trasporto di Cristo nel
sepolcro, una rielaborazione della tela realizzata da Federico Barrocci per
la chiesa di Santa Croce a Senigallia, pur con qualche dubbio, è attribuito a
Fortunato Duranti.
La
Morte di san Giuseppe, deriva da una
tela di Carlo Maratta, conosciuta da un’incisione di Robert van Audenaerd,
conservata nella collezione Wittert dell’Università di Liegi. Nella
stanza sono esposti anche due pannelli decorati: fasce di sostegno di un
tavolo.