Nel 1881, in contrada San
Tiburzio, vennero recuperati diversi reperti piceni del vi secolo a.C., adesso ad Ancona, nel Museo archeologico
nazionale delle Marche.
Nel 1911, in contrada Santa Colomba, vennero trovate
strutture murarie intonacate all’interno in opus
signium, probabilmente parti di una cisterna. Del resto, lo stesso toponimo
Rapagnano è un prediale romano, derivato dal nome dell’antico proprietario del
fondo, unito al suffisso aggettivamente -anus.
Per
tutto il xii secolo, stando ai
documenti, non esisteva nessun castrum. Tuttavia,
quello di Rapaniani dovette essere organizzato entro il xiii secolo.
Fermo assoggettò Rapagnano entro il xiv secolo. La città lo controllava tramite un vicario del podestà fermano. Il funzionario, che peraltro poteva eleggere un proprio sostituto, restava in carica un anno.
Nel 1414, i Malatesta, allora in guerra con il signore di Fermo Ludovico Migliorati, prendevano il castrum, recuperato dai Fermani due anni dopo.
Fermo assoggettò Rapagnano entro il xiv secolo. La città lo controllava tramite un vicario del podestà fermano. Il funzionario, che peraltro poteva eleggere un proprio sostituto, restava in carica un anno.
Nel 1414, i Malatesta, allora in guerra con il signore di Fermo Ludovico Migliorati, prendevano il castrum, recuperato dai Fermani due anni dopo.