martedì 21 gennaio 2014

Pinacoteca civica "Fortunato Duranti" a Montefotino

Nel secondo piano di palazzo Leopardi è allestita la Pinacoteca «Fortunato Duranti», nata nel 1842, quando l'artista Fortunato Duranti, nato a  Montefortino, donò al comune la sua raccolta di dipinti. L'attuale allestimento venne realizzato da Luigi Serra negli anni 1920-23.

Breve biografia di Fortunato Duranti

Fortunato Duranti nacque a Montefortino nel 1787. Prima del 1807 era a Roma, alla scuola dell’abate Domenico Conti, seguace di Pompo Batoni, protetto dal cardinal Bernardino Honorati. In difficoltà dopo la morte di quest'ultimo, non riuscendo a ottenere nessuna commissione artistica importante, indirizzò la sua attività all’antiquariato. Dopo il 1840, i primi segni di squilibrio mentale, lo costrinsero a ritirarsi a Montefortino, dove morì nel 1863.

Allestimento museale


Salone gentilizio

Nel salone gentilizio troviamo una Croce lignea di Jacobello di Bonomo. Di Pier Francesco Fiorentino è la tempera raffigurante la Madonna in trono col Bambino e gli arcangeli Michele e Raffaele con Tobiolo, datata 1497. Di Nicola di Maestro Antonio d’Ancona è una Santa Lucia e i santi Antonio di Padova e Bernardino da Siena, forse la cimasa della pala realizzata nel 1472 per la chiesa di San Francesco alle Scale di Ancona. Nella stanza sono esposte anche alcune tavole di Pietro Alamanno.
Di Antonio Aquili, detto Antoniazzo Romano è una Santa Caterina, probabilmente parte di un polittico a più registri. Di Jacopo del Sellaio è una Madonna adorante il Bambino, probabilmente dipinta ribaltando un preesistente cartone.
Del Perugino è un piccolo tondo a olio su tavola raffigurante il Cristo della passione, realizzato nei primi anni ’20 del xvi secolo, insieme ad altri due tondi ora al North Carolina Museum of Art di Raleigh raffiguranti l’Addolorata e San Giovanni Evangelista.
Di Fortunato Duranti è il suo Autoritratto. Per sfondo è dipinto un confuso paesaggio roccioso su un cielo cupo. Un anglo della tela è raffigurato rovesciato in avanti, tanto da scoprire la cornice di un sottostante dipinto nascosto.
Dell’artista è anche una composizione dello stemma di Montefortino. Nei lati dell’ovale, in basso, sono rappresentate due belve. Sopra sono le allegorie dell’Europa felice e dell’Italia fortunata.
Fortunato Duranti realizzò delle copie di quadri famosi, come quella parziale su una lastrina di marmo della Madonna di Foligno di Raffaello. Un’altra, sempre dallo stesso soggetto, ma limitata al volto della Vergine, è dipinta questa volta su tavola.
La piccola targa lignea raffigurante l’Immacolata Concezione (xviii secolo), era forse la parte terminale di un qualche altare.
In alcune bacheche del salone gentilizio sono esposti alcuni disegni di Fortunato Duranti. Nei suoi disegni l’artista propone immagini con personaggi geometricamente squadrati.


Sala A

In questa sala sono collocati due frammenti di ciborio dipinti da Raffaello Motta, detto Raffaellino da Reggio, forse parti di un’unica predella. D’arte marchigiana della metà del xvi secolo è una piccola tavola con nel lato esterno uno stemma rappresentante una ruota a cinque raggi, collegato al culto di santa Caterina d’Alessandria. Nei lati interni della tavola sono raffigurati alcuni santi, scomparti laterali di un trittico di cui è andata perduta la parte centrale.
Il Poeta è simile alle tante tele dipinte da Jusepe de Ribera, detto lo Spagnoletto. Seppur con qualche perplessità la tela raffigurante San Girolamo è attribuita al pittore ferrarese Giuseppe Caletti, detto Cremonese. La tela raffigurante Il Fumatore è attribuita al cosiddetto Maestro del lume di candela, identificato con Trophime Bigot.
Di Pierre Subleyras è la teletta raffigurante la Madonna col Bambino appare a sant’Antonio di Padova, probabilmente un bozzetto per un’opera non ancora individuata. Il Dio padre con le tavole delle Legge, attribuita a Fortunato Duranti, è un dipinto realizzato sui modi di Corrado Giaquinto.
L’Adorazione del Bambino è una copia del tondo conservato alla Galleria Borghese di Roma, dipinto nel 1500 da fra’ Bartolomeo della Porta. La Madonna di san Sebastiano è una copia della tela conservata al Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda, dipinta da Correggio per l’oratorio della Confraternita di San Sebastiano a Modena nel 1524-26. Una copia da Paolo Veronese è il Cristo confortato da un angelo nell’orto del Getsemani, variante del quadro conservato alla Pinacoteca di Brera. L’Ecce Homo, copia dal Guercino, deriva dalla tela conservata nella Galleria nazionale d’Arte Antica di Palazzo Corsini a Roma. Il Profeta Ezechiele deriva da un bozzetto dipinto da Giovanni Pietro Paolo Melchiorri per la chiesa di San Giovanni in Laterano a Roma.
Dell’arredo della sala fanno parte anche due statuette di profeti, probabilmente parti di un altare ligneo.


Sala B

In questa sala è esposta una lunetta dipinta raffigurante San Giorgio e il drago, copia in controparte della versione del San Giorgio dipinta da Raffaello Sanzio per il duca di Urbino Guidobaldo da Montefeltro, in relazione alla missione diplomatica in Inghilterra di Baldassar Castiglione nel 1506.
Il Sacrificio d’Isacco è attribuito a Nicolò Musso. Il Ritratto di cardinale è un dipinto realizzato sui modi di quelli di Scipione Pulzone.
L’Adorazione dei pastori, copia da Anton Raphael Mengs, deriva dalla tela conservata al Museo del Prado di Madrid. L’Andromeda e Perseo è probabilmente un bozzetto.
Nella sala è collocato anche un busto del Cristo, attribuito, pur con qualche dubbio, a Nicolas Cordier. I due Angeli sono vennero scolpiti da Giuseppe Mazzuoli. Nella stanza è esposto anche un piatto da elemosine in ottone. Nel cavetto dell'oggetto è sbalzata la rappresentazione del Peccato originale.


Sala C

In una parete della sala successiva è esposta la tela raffigurante lo Stemma dell’Accademia dei Catenati: copia di quello conservato a palazzo Buonaccorsi a Macerata. Del xvii secolo è la Giuditta e la fantesca. Dalla bottega di Placido Costanzi proviene l’olio raffigurante l’Annunciazione. Di Giuseppe Bartolomeo Chiari è la tela raffigurante l’Assunta e angeli, racchiusa entro una cornice in legno dorato di gusto rocaille.
Il Trionfo dell’Amore Divino, copia da Rubens, deriva da un ciclo d’arazzi rappresentante il Trionfo dell’Eucarestia ordinato tra il 1625 e il 1628 al pittore dall’arciduchessa Isabella Clara Eugenia per il convento carmelitano di Madrid. La copia, probabilmente, deriva dall’incisione realizzata da Adriaen Lommelin, tratta dal modello del Museo del Prado di Madrid. L’Annunciazione, copia da Carlo Maratta, deriva probabilmente da una tela andata perduta.
Dell’esposizione fa parte anche un busto di Diana, datato all'inizio del xviii secolo.


Sala D

Nella sala D sono esposte le nature morte della collezione. Nella stanza sono collocati anche quattro pannelli dipinti con putti, parti di una carrozza, smontati per essere trasformai in quadretti: i pannelli oblunghi fissati ai lati, mentre gli ovali dovevano trovarsi nelle portiere. Per l’attribuzione di quest’ultimi dipinti è stata proposto Ignazio Stern.
Un cassone intagliato, rappresentante: Uccisione di Golia, stemma centrale e Trionfo di David, è accostato ai lavori di Alberto di Giovanni Alberti, detto Berto. Un altro, con intagliato: Cesare attraversa il Rubicone, stemma nobiliare e Trionfo di Cesare, è stato messo in relazione a un qualche intagliatore romano della metà del xvi secolo.
Nella sala troviamo anche un piccolo arazzo rappresentante un Mazzo di fiori, racchiuso entro una cornice intarsiata in madreperla. Dell’esposizione fa parte anche un piccolo canivet devozionale intagliato su carta.


Sala E

Nella sala successiva sono esposte tante tele di Corrado Giaquinto. La maga è raffigurata seduta all’interno di una grotta. Con la bacchetta, la donna, sembra evocare un serpente. L’Assunta è uno dei bozzetti per la pala della chiesa di Santa Maria Assunta a Rocca di Papa. L’Apparizione della Vergine a san Filippo Neri è probabilmente un bozzetto per qualche tela. San Nicola da Bari benedice i guerrieri, una versione del bozzetto del Museo di Capodimonte di Napoli, dipinto per la tela compiuta nel 1746 della chiesa di San Nicola dei Lorenesi a Roma. Il Sogno di san Giuseppe è stato messo in relazione con il dipinto conservato nel Palazzo arcivescovile di Taranto, proveniente dalla chiesa di San Domenico di quest'ultima città. La Natività della Vergine è un bozzetto per la tela del duomo di Pisa, che sappiamo messa in opera nel 1753. Nella sala sono esposte anche alcune copie da Corrado Giaquinto.
Di Ludovico Trasi è la tela raffigurante il Riposo durante la fuga in Egitto. Di Thaddeus Kuntz è una tela raffigurante l’Assunta. Alessandro Magno nel tempio di Gerusalemme è un bozzetto realizzato da Sebastiano Conca per di un dipinto commissionato all’artista nel 1735 per il palacio de La Granja, attualmente conservato nel palacio de Riofrío a Segovia.


Sala F

In questa sala, di Pier Leone Ghezzi è il Paesaggio con san Francesco, realizzato nel 1698. Due altri paesaggi vennero dipinti a tempera su carta da Alessio de Marchis. Una piccola Veduta del Pantheon con mercato e figure (inizi xviii secolo) è attribuita all’ambito di Giovanni Paolo Panini.
Dell’ambito di Carlo Maratta è la tela raffigurante l’Annunciata. Di Gaspare Landi è la Carità. Di Domenico Corvi  è l’Apparizione del Bambino a sant’Antonio di Padova.
L’Ebbrezza di Noè è una copia da Jacopo Chimenti, detto l’Empoli. La Partenza di Abramo per la terra di Canaan, copia da Giovanni Benedetto Castiglione, detto il Grechetto, deriva dalla tela conservata al Fitzwilliam Museum di Cambridge, dipinta con tutta probabilità dopo il 1655. L’Educazione della Vergine, copia da Giuseppe Bottani, deriva dal bozzetto dipinto dall’artista per la tela nella chiesa di Sant'Andrea alle Fratte a Roma, attualmente  nella Pinacoteca dell’Accademia di San Luca.
Dell’esposizione fanno parte anche due statuette femminili in bronzo dorato, forse dei candelieri privi però del piattino per raccogliere la cera.


Sala G

Di Benedetto Luti è la tela raffigurante l’Educazione della Vergine, probabilmente una versione di quella all’Alte Pinakothek di Monaco di Baviera. Di Vincenzo Camuccini è l’Incredulità di san Tommaso. La Madonna Lavagi, copia da Pompeo Batoni, deriva dalla tela conservata nella Pinacoteca Capitolina di Roma.
L’arazzo rappresentante la Madonna che legge deve provenire da una delle botteghe romane impiantante da arazzieri della manifattura di San Michele a Ripa Grande. Dell'esposizione fa parte anche un modellino della Traslazione della Santa Casa.


Sala H

Nella sala sono esposti tanti bozzetti di Cristoforo Unterperger. Il San Ponziano risparmiato dai leoni è un modello dipinto per la tela realizzata per il duomo di Spoleto. Di Ignazio Unterperger, fratello di Cristoforo, è il Trionfo di Bacco. Il Trasporto di Cristo nel sepolcro, una rielaborazione della tela realizzata da Federico Barrocci per la chiesa di Santa Croce a Senigallia, pur con qualche dubbio, è attribuito a Fortunato Duranti.
La Morte di san Giuseppe, deriva da una tela di Carlo Maratta, conosciuta da un’incisione di Robert van Audenaerd, conservata nella collezione Wittert dell’Università di Liegi. Nella stanza sono esposti anche due pannelli decorati: fasce di sostegno di un tavolo.