giovedì 27 dicembre 2018

La Sibilla dell’Appennino: un testo apocalittico sull'età dello Spirito

Stando alla leggenda, una bellissima profetessa abita una grotta del Monte Sibilla, nella catena dei Sibillini, nell'Appennino umbro-marchigiano, lì relegata da Dio ad aspettare il Giudizio universale a causa della sua superbia. Avuta la premunizione dell'imminente incarnazione del Messia nel seno di una vergine, la nostra Sibilla credette di essere lei la prescelta[1]

Le Sibille nel mondo cristiano

Dal IV secolo, le Sibille, profetesse pagane ispirate da Apollo, erano state accolte nell’ortodossia cristiana quali veggenti annunciatrici della venuta di Cristo presso i gentili. L’apologeta cristiano Lucio Cecilio Firmiano Lattanzio (Africa, 250 circa - Gallie, 317 circa), ricalcando il perduto canone di Marco Terenzio Varrone (Rieti, 116 a.C. - Roma, 27 a.C.), annoverava dieci sibille: Persica, Eritrea, Ellespontica, Frigia, Cimmeria, Libica, Delfica, Samia, Cumana e Tiburtina. La nostra Sibilla subì invece, rispetto alle altre, una sorta di processo di demonizzazione.

mercoledì 19 dicembre 2018

Le streghe della Marca meridionale: un caso di revivals


Tela di Salvator Rosa
Una delle credenze diffuse nella campagna della Marche meridionali era quella delle streghe, che la notte “bevevano” il sangue di neonati. Queste potevano assumere le sembianze di gatti, entrando così più facilmente nelle case. Luoghi frequentati dalle streghe per i loro raduni erano soprattutto boschetti. 
La scrittrice Caterina Pigorini-Beri, in un’intervista a una vecchia di Camerino, riporta le seguenti notizie sulle streghe:

Le streghe so’ triste tanto [molto cattive], signora mia. Sapessaste! Io non le ho viste mai, ma al venerdì notte fanno rumore su per le macchie [boscaglie]. Fanno tutti li versi meno che quello del cane: smiagolano, urlano, piangono come le creature. Ma il cane per loro è molto temoso [temuto][1].

sabato 27 ottobre 2018

Le leggende nelle Marche meridionali



La Sibilla dell’Appennino

Stando alla leggenda, una bellissima profetessa abita una grotta del Monte Sibilla, nella catehna dei Sibillini, nell'Appennino umbro-marchigiano, lì relegata da Dio ad aspettare il Giudizio universale a causa della sua superbia. Avuta la premunizione dell'imminente incarnazione del Messia nel seno di una vergine, la nostra Sibilla credette di essere lei la prescelta[1]

Le Sibille nel mondo cristiano

Dal IV secolo, le Sibille, profetesse pagane ispirate da Apollo, erano state accolte nell’ortodossia cristiana quali veggenti annunciatrici della venuta di Cristo presso i gentili. L’apologeta cristiano Lucio Cecilio Firmiano Lattanzio (Africa, 250 circa - Gallie, 317 circa), ricalcando il perduto canone di Marco Terenzio Varrone (Rieti, 116 a.C. - Roma, 27 a.C.), annoverava dieci sibille: Persica, Eritrea, Ellespontica, Frigia, Cimmeria, Libica, Delfica, Samia, Cumana e Tiburtina. La nostra Sibilla subì invece, rispetto alle altre, una sorta di processo di demonizzazione.

lunedì 27 agosto 2018

Notizie varie su Fermo dalla Voce delle Marche - Fontana in piazza del Popolo di G. Sacconi- Statue Leopardi e Annibal Caro

Voce delle Marche 


18 agosto 1907

La statua di Leopardi

Domani si inizieranno, per incarico del Municipio. i lavori per il trasporto della statua di Leopardi dall'attuale posto allo spazio dinanzi al Liceo. Non si è ancora decisa l'ubicazione della statua di Annibal Caro.

16 gennaio 1909 

Per la statua di Annibal Caro

Si è fatto lo scavo innanzi al nostro Liceo Classico per collocarvi la statua di Annibal Caro, da cui esso prende nome, asportata dalla Via XX Settembre con quella di Giacomo Leopardi. Questa sarà collocata nello spazio di fronte alle cosiddette Pisciarelle.
E' da lodare assai tale determinazione del nostro Municipio che provvede così alla sistemazione di quelle due  schifose vasche ove l'acqua stagna da qualche secolo.


giovedì 1 marzo 2018

Il poeta ebreo Immanuel Romano a Fermo

Prima del 1331 morì a Fermo il poeta ebreo Immanuel, figlio di Rabbi Salamone Sifronide, nato nel 1265 circa a Roma, autore del Makhabberoth un poema in ebraico suddiviso in ventotto sezioni, di cui l'ultima, che presenta la descrizione dell'Inferno, riprende la Commedia di Dante Alighieri. Il poeta girovago, attestato in varie città della Penisola, raggiunse in vecchiaia Fermo, dov’era un’importante comunitò ebraica.