mercoledì 22 gennaio 2014

Breve storia di Pedaso

Un castrum era stato eretto sul monte Serrone, il rilievo retrostante l’attuale abitato. Di questo non sappiamo molto: nel 1278, in uno stralcio degli Statuti comunali di Fermo, dov’erano elencati i castelli sotto giurisdizione della città, Pedaso non compare ancora tra questi. Probabilmente a quella data era sottoposto alla giurisdizione di signori laici (uno di questi, per Lucio Tomei, potrebbe essere stato quel Sante Thomassutii o Massutii de Pedaxio, inurbato a Fermo dal 1365. Pedaso, d’altra parte, solo entro gli anni ’40 del xiv secolo entrò tra i possessi di quest'ultima città, che lo controllava tramite un vicario del podestà fermano. Il funzionario, che peraltro poteva eleggere un proprio sostituto, restava in carica un anno. Nel 1445 le truppe pontificie, allora in guerra con il signore di Fermo Francesco Sforza, saccheggiarono Pedaso.
La costruzione dell’attuale borgo iniziò alla fine del xviii secolo, dopo che il monte Serrone cominciò a franare. Di lì a poco venne abbandonato l’abitato, ricostruito lungo la via Lauretana (l’Adriatica), non lontano dalle proprietà dei conti Porti. Nel 1792 i Pedasini inviarono una supplica a papa Pio VI chiedendo di poter riedificare il loro borgo nella marina. Il pontefice accolse le richieste della comunità. In quello stesso anno sappiamo che erano state erette vicino a villa Porti le case per una ventina di famiglie pedasine, che avevano cercato “un più sicuro e più vantaggioso soggiorno lungo la strada Lauretana, vicinissimo la spiaggia dell’Adriatico”.
Nel borgo non esisteva nessun porto. Solo agli inizi del xix secolo ne venne progettato uno dall’architetto Pietro Augustoni (mai realizzato). Tuttavia, nel 1834, Giovanni Battista Rampoldi, nel III volume della Corografia dell’Italia, attesta come nella spiaggia pedasina, attrezzata con ampi magazzini per lo stoccaggio delle merci, “barche della portata di 50 mila quintali possano approssimarsi a terra ed eseguire i carichi e gli scarichi”.


Per un maggior approfondimento debbo rimandare al mio studio pubblicato nel volume Pedaso, la storia, la gente e i giorni, a cura di Andrea Livi. Testi di Carlo Cipolletti e Matteo Basili. Impaginazione grafica Sabrina Sollini, dove sono presi in considerazione un progetto per il nuovo borgo e tre tavole realizzate da Pietro Augustoni per il porto.