lunedì 30 novembre 2015

Le opere fermane riferite al pittore tardogotico Jacobello di Bonomo


Polittico di Torre di Palme (rubato)
Il pittore veneziano Jacobello di Bonomo, documentato dal 1375 al 1385,  probabilmente formatosi nell’ambito di Lorenzo Veneziano, è conosciuto attraverso un polittico a Santarcangelo di Romagna da lui firmato e datato 1385, adesso nella collegiata, ma realizzato per la demolita chiesa dei Francescani.

Al pittore è stato attribuito il polittico, un tempo nella chiesa di Santa Maria a Mare a Torre di Palme (frazione di Fermo), rubato nel 1921[1], mai più ritrovato (attribuzione rigettata a favore di un anonimo artista al quale è stato dato il nome di comodo di Maestro del polittico di Torre di Palme [Pietro di Nicolò, Venezia, documentato dal 1365 al 1399?]).

lunedì 20 aprile 2015

La chiesa di San Francesco a Montefortino

La chiesa di San Francesco a Montefortino venne ricostruita nel 1550. I lavori, affidati al maestro Bartolomeo Lombardo, comportarono il totale rifacimento della costruzione, allora amministrata dai Minori Osservanti.

lunedì 23 marzo 2015

Il priorato dei Santi Filippo e Giacomo e gli affreschi nella cripta di Sant'Ugo a Montegranaro

Il priorato dei Santi Filippo e Giacomo, in via dei Volontari del 1866, venne rimaneggiato negli anni 1760. L’altare maggiore, in stucco marmorizzato, ha tabernacolo ligneo dorato. La cripta dell'edificio era fino al 1760 la chiesa di Sant'Ugo. L'interno è una stretta navata, coperta da volta a botte. Lungo le pareti sono una serie di affreschi, in parte staccati.

lunedì 16 marzo 2015

L'allegoria della regione Marche secondo Cesare Ripa

Marca

Si dipinge in forma di una donna bella e di virile aspetto che con la destra mano si appoggi ad una targa attraversata di arme di asta, coll’elmo in capo e sopra il cimiero abbia un pico [picchio] e colla sinistra mano tenga un mazzo di spighe di grano, in atto di porgerle; ed appresso a lei vi sarà un cane.

Si rappresenta bella, per la vaghezza della provincia, molto bene distinta dalla natura in valli, colli, piani, rivi e fiumi che per tutto la irrigano e la rendono oltre modo vaga e bella.
Si dipinge di virile aspetto con una mano appoggiata alla targa ed altre armi, per mostrare li buoni soldati che da essa provincia escono.
Le si mette per cimiero il pico, arme di questa regione, essendoché il pico uccello di Marte fusse guidato e andassi avanti le legioni de’ Sabini [Piceni] e quelle nella Marca conducesse ad essere colonia di provincia, e per questo fu detta a tempo dei Romani la Marca «Ager Picenus», come ben descrive assai in un breve elogio il sig. Isidoro Ruberto, nella bellissima e maravigliosa Galleria di Palazzo nel Vaticano fatta far da Gregorio papa XIII di felicissima memoria [Galleria delle carte geografiche], nella qual fu di molto aiuto il reverendissimo padre Ignatio Danti perugino e vescovo d’Alatri [geografo domenicano], che e n’ebbe suprema cura da sua beatitudine; e l’elogio fu questo: «Ager Picenus, ager dictus est propter fertilitatem, Picenus a Pico Martis, ut Straboni placet, nam annona, et militibus abundat, quibus saepe Romam, caeterasque Italiae, Europaeque partes iuvit».

domenica 15 marzo 2015

La chiesa di Santa Maria delle Grazie in frazione Monteverde di Montegiorgio

La chiesa di Santa Maria delle Grazie (XVIII secolo), in frazione Monteverde di Montegiorgio, ha facciata, preceduta da un’ampia scalinata a ventaglio,  compresa entro pilastri angolari su alte basi. Il prospetto, aperto da portale e finestra rettangolare, è chiuso da timpano triangolare. La torre campanaria  è conclusa da semplice cuspide.

martedì 10 marzo 2015

La chiesa di San Claudio a Campiglione


In contrada Campiglione, al chilometro 14 della S.S. 210, accanto al parco della scuola materna, troviamo l’ex chiesa di San Claudio, che stando ad una data incisa in un mattone della facciata sembra essere stata costruita nel 1810. L’edificio era annesso a una villa privata di campagna, demolita alla metà degli anni ’70 del secolo scorso, per costruire l’attuale Scuola materna.

sabato 28 febbraio 2015

La storia di Fermo scritta dall'avvocato Gaetano De Minicis per "ricordare" al Governo italiano come la città era la più indicata a mantenere il capoluogo di Provincia

BREVI NOTIZIE STORICHE DELLA CITTÀ DI FERMO PER L’AVVOCATO GAETANO DE MINICIS. 
Dalla Memoria «Al Primo Parlamento Italiano per la Città e Provincia di Fermo».

BREVI NOTIZIE STORICHE DELLA CITTÀ DI FERMO

Origine di Fermo

La fondazione di Fermo rimane ascosa nelle tenebre della più remota antichità. Sappiamo solo tanto dagli storici, che i Sabini partiti dalle loro terre venissero a popolare le contrade del Piceno circa ai tempi della fondazione di Roma, e che dall’arrivo dei Sabini all’occupazione romana vi fosse uno spazio di oltre cinque secoli, in cui poté Fermo esser dai Piceni fabbricata. E che la città nostra in tale epoca fosse una delle più nobili, e grandi del Piceno, se altro indizio non fosse, quello solo saria bastante dell’essersi fra tutte scelta ad accogliere la prima colonia romana trapiantata in questa regione, e dall’aver avuto il diritto della monetazione; del che fanno fede le due monete gravi [monete fuse in bronzo tra il IV secolo a.C. e il III secolo a.C. nell'Italia centrale], cioè il triobolo e il diobolo con chiara la leggenda FIRmum in esse improntata: conciosiaché i Romani non concedevano mai tale eminente diritto ai popoli italiani da lor debellati, se non a quelle città più popolose ed illustri.

Fermo nel 1778. Una sua descrizione e una prima narrazione delle sue vicende storiche

«Fermo, Lat. Firmana, anticamente Firmum Picenum, città posta tre miglia lontano dal Mare Adriatico. Il suo giro all’intorno è di circa due miglia e mezzo e contiene 14.000 e più abitanti. Sisto V eresse la sua Chiesa in Arcivescovado, a cui subordinò i quattro vescovi di S. Severino, di Macerata e Tolentino, di Ripatransona [Ripatransone] e di Montalto.

lunedì 23 febbraio 2015

Elenco dei governatori fermani dal 1550 al 1802


Per l’elenco dei governatori di Fermo mi sono attenuto a quello redatto in Christoph Weber (a cura di), Legati e governatori dello Stato pontificio (1550-1809), (Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Sussidi 7), Ministero per i Beni culturali e ambientali Ufficio centrale per i Beni archivistici, Roma 1994, pp. 240-248, al quale rimando, che riprende in parte la lista già pubblicata nella Guida del Curi (utilizzando le stesse fonti). 

martedì 17 febbraio 2015

I culti oracolari negli Appennini in età romana

Per lo scrittore romano Svetonio, nel 69 d.C. Vitellio, dopo la cosiddetta prima battaglia di Bedriaco, celebrò un pervigilium (una veglia) su un valico degli Appennini. Stando a una notizia di Trebellio Pollione nell’Historia Augusta, una raccolta di biografie di imperatori da Adriano a Numeriano, Claudio II il Gotico (imperatore dal 268 d.C. al 270 d.C.) consultò un qualche oracolo nell’Appennino. 


mercoledì 28 gennaio 2015

Una delle più antiche immagini della Madonna del Pianto a Fermo

Una delle più antiche immagini della Madonna del Pianto a Fermo (la didascalia è sbagliata). 






L'incisione, firmata F. P. (Francesco Petroncini, incisore faentino di origine brisighellese, vissuto tra il 1815 e il 1873), è tratta dalla traduzione italiana realizzata dal sacerdote veronese Agostino Zanella dell’Atlas Marianus sive de imaginibus Deiparae per orbem christianum miraculosis (XVII secolo) del'gesuita tedesco Guilielmus Gumppenberg, stampata tra il 1839 e il 1845 in più volumi a Verona col titolo di Atlante mariano ossia origine delle immagini miracolose della B.V. Maria venerate in tutte le parti del mondo, troviamo le prime notizie sulla Madonna del Pianto di Fermo, riportate quale aggiunta curata dal sacerdote veronese Agostino Zanella, che «completò» il volume seicentesco con altre immagina prodigiose della Vergine fino alla metà circa del XIX secolo, servendosi delle più disparate fonti. 

Per l'immagine sbagliata pubblicata nell'Atlante vedi quiVedi anche Il santuario del Pianto.