L’abbazia dei Santi Ruffino e Vitale ad Amandola, è attestata fin dall'xi secolo, quale proprietà dei Benedettini. Nel 1495 il
papato cedette la costruzione in commenda a ecclesiastici di nomina pontificia.
La cura spirituale passò nel 1859 al clero secolare.
La facciata,
in blocchi di pietra, è aperta da portale entro due contrafforti realizzati
negli anni 1968-69. L’abside,
all’esterno, è scandita in basso da quattro paraste, tra le quali sono aperte
monofore.
Immagini affrescate di san Ruffino nella navata centrale. |
L’interno della chiesa, a due livelli raccordati da alta scala, è a
tre navate, partite da pilastri che sorreggono arcate a tutto sesto. La
copertura della navata centrale è a capriate lignee. Quelle delle navate
laterali sono date da volte a crociera rette da semicolonne.
La cripta è
una costruzione romanica. Basse colonne sorreggono crociere di copertura.
Nell’apertura, sotto l’altare di San Ruffino, passavano i malati d’ernia per
chiedere la guarigione al santo.
L'ipogeo
dell'abbazia dei Santi Vitali e Ruffino venne scavato nel tufo nell'XI secolo. Da un corridoio coperto da
volte a botte, arriviamo in una camera a tau, probabile cripta di una
precedente chiesa sulla quale venne poi costruito l’attuale edificio.
Lungo le
pareti, le pitture realizzate nel xi secolo, raffigurano dei santi a dimensione quasi naturale. La base decorativa è
formata da tre file di quadrati a disegni geometrici. I nomi, accanto a ogni
figura, vennero trascritti per la prima volta dall’arciprete Pietro Ferranti
nell’articolo Pitture Romaniche nella
chiesa esterna dell’Abbadia di S. Ruffino in Amandola, pubblicato nel 1890
nel periodico «Nuova Rivista Misena»: «Tutte
avevano vicino, benché in caratteri mal formati, la denominazione del Santo,
fra i quali poté leggere l’Abbate Marcelli, Canonico, Francesco di Arcevia,
Commendatario dal 1823 al 1835, principiando a sinistra arutinus - () (sanctus) benediptus
- pricinius defice - () mode(stus) … s. filippus - () vitus – vi…mos draco -
aica(rdus?) - hirreines – cosm(o)».
Una mano benedicente dell’Eterno è dipinta sopra la piccola finestrella
dell’abside, decorata da rami di palma dipinti.
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