La
parrocchiale del Santissimo Salvatore a Belmonte Piceno venne riedificata
negli anni 1771-76, su una chiesa che sappiamo dal xv secolo dipendente dal Capitolo dei
canonici della cattedrale di Fermo. L’arcivescovo fermano Urbano Paracciani ne affidò il disegno per il rifacimento in forme neoclassiche all'architetto Domenico
Fontana.
La
facciata, tripartita da due coppie di lesene doriche, è aperta da portale a
timpano curvilineo.
L’interno è ad aula unica. Le pareti laterali sono scandite da paraste. I capitelli di quest'ultime sono decorati da motivi floreali. Le decorazioni della volta, rifatta nel
1920, vennero realizzate dal pittore don Giuseppe Toscani nel 1932.
Nei due altari laterali, a destra e a sinistra, sono collocate le tele della Madonna di Loreto e i santi Sebastiano,
Rocco, Antonio abate e Francesco d'Assisi e della Pietà e i santi
Giovanni Battista, Pietro e Caterina d’Alessandria. Nell’abside
semicircolare troviamo il dipinto raffigurante il Cristo, l’Assunta e i santi Nicola di Bari ed Emidio. Tutte e tre
le tele degli altari vennero dipinte nel 1777 da Filippo Ricci, commissionate per l'arredo degli altari del nuovo edificio voluto dall'arcivescovo di Fermo Urbano Paracciani.
Le moderne decorazioni del catino absidale, a sesto ribassato, sono di Armando Moreschini. Le tele negli
ovati ai lati dell'abside, rappresentanti, in due modi differenti, le Anime del Purgatorio, sono state attribuite da Massimo Papetti alla bottega dei pittori Ricci.
Dell’arredo
sacro fa parte un Tabernacolo dov'è
custodito un frammento della Croce dove morì il Cristo, per tradizione portato a Belmonte Piceno da monaci farfensi.
L’organo, nella
cantoria lignea sopra l’ingresso, venne costruito nel 1881 da Vincenzo,
Giovanni ed Enrico Paci.
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