Nell’898
i monaci farfensi di Santa Maria di Farfa in Sabina, abbandonata la loro abbazia minacciata dai Saraceni,
ripararono nel Fermano, dove realizzarono un
castellum in monte Matenano.
La storia di Santa Vittoria in Matenano è legata alle vicende dell'abbazia di Farfa a Fara Sabina (provincia di Rieti). Stando alla Constructio Farfensis, durante il regno dell’imperatore Graziano il beatus vir sanctissimus Lorenzo, fondò l’abbazia di Santa Maria di Farfa a Fara Sabina, sulle rovine di un antico tempio pagano, lì arrivato dalla Siria.
Nel 1446 il signore di Fermo Francesco Sforza riprese a patti Santa Vittoria, probabilmente dopo un tentativo di ribellione. Tuttavia, dopo la fine della signoria sforzesca, Santa Vittoria tornò autonoma. Nel 1586 papa Sisto V aggregò Monterubbiano al Presidato di Montalto.
Nel 1862 re Vittorio Emanuele II autorizzò il comune ad assumere la denominazione di Santa Vittoria in Matenano, in conformità alla disposizione governativa che prevedeva l’aggiunta di un secondo appellativo a tutti quei comuni d’Italia che avevano lo stesso nome.
La storia di Santa Vittoria in Matenano è legata alle vicende dell'abbazia di Farfa a Fara Sabina (provincia di Rieti). Stando alla Constructio Farfensis, durante il regno dell’imperatore Graziano il beatus vir sanctissimus Lorenzo, fondò l’abbazia di Santa Maria di Farfa a Fara Sabina, sulle rovine di un antico tempio pagano, lì arrivato dalla Siria.
San Pier Damiani narra un'altra tradizione, secondo la quale un vescovo Sabinensis, lasciata la dignità sacerdotale, fondò il monastero di Farfa.
Devastata, al tempo dell’invasione longobarda, nel 680 circa Tommaso di Morienna, pellegrino a Gerusalemme, dopo aver ricevuto la visione della Vergine, che lo esortò a cercare in Sabina i resti di una basilica a lei dedicata, detta di Santa Maria in Acutiano, ricostruì l’abbazia di Farfa.
Dagli inizi dell’viii secolo il monastero godette della protezione del duca di Spoleto Faroaldo II. Tuttavia, nel 774 l’abate Probato (769–779), passò dalla parte dei Franchi. L’anno dopo l'imperatore Carlo Magno concesse a Farfa l'immunità da qualunque potere.
Dalla seconda metà del ix secolo, a seguito delle incursioni di Saraceni, iniziò per l'abbazia un lento declino, tanto che nell'898 circa, l’abate Pietro I prese la decisione di abbandonare Santa di Maria di Farfa, andando con un parte dei monaci nella Marca fermano, dove peraltro avevano ampie proprietà.
L’abate Pietro I eresse, intorno al 910-15, un castello sul colle Matenano, l'attuale Santa Vittoria in Matenano.
L’abate Pietro I eresse, intorno al 910-15, un castello sul colle Matenano, l'attuale Santa Vittoria in Matenano.
Morto Pietro I verso il 919, nel 930 circa venne eletto abate Ratfredo, insediato dal re d’Italia Ugo, che in breve riportò la sede monastica a Fara Sabina.
Nel 1213 l’abate Gentile diede la
possibilità di governarsi attraverso proprie istituzioni comunali. Per le
questioni più importanti era convocato un Consiglio generale ma, per la
gestione del comune, veniva nominato un podestà (un magistrato forestiero la cui carica durava per un breve
periodo).Nel 1446 il signore di Fermo Francesco Sforza riprese a patti Santa Vittoria, probabilmente dopo un tentativo di ribellione. Tuttavia, dopo la fine della signoria sforzesca, Santa Vittoria tornò autonoma. Nel 1586 papa Sisto V aggregò Monterubbiano al Presidato di Montalto.
Nel 1862 re Vittorio Emanuele II autorizzò il comune ad assumere la denominazione di Santa Vittoria in Matenano, in conformità alla disposizione governativa che prevedeva l’aggiunta di un secondo appellativo a tutti quei comuni d’Italia che avevano lo stesso nome.
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