Dietro il
Palazzo arcivescovile di Fermo è collocata una fonte a parete, fatta probabilmente realizzare dall’arcivescovo Giovanfrancesco Ginetti (presule fermano negli anni 1684-91), del quale compare lo stemma sulla costruzione, quando, ritengo, commissionò un rifacimento di tutto il Palazzo arcivescovile. Nel 1845 è attestato un restauro alla costruzione, con la messa in opera di una nuova cannella.
La fronte è decorata da due volute decorate da foglie d'acanto, raccordate da una conchiglia, posta sopra lo stemma. La bocca della costruzione è
a protome umana. Nei lati, i due piedritti, hanno forma di zampe di leone.
La fonte, come tutte quelle dentro la città (piccole costruzioni), era utilizzata solo per prendere l'acqua. Solo in quelle fuori dalle mure era possibile lavare i panni o, anche, far abbeverare gli animali[1].
[1] K. Ambrogio – A. Conforti, "Tutela e valorizzazione dei sistemi storici delle acque fermane. Problematiche e potenzialità d’uso e gestione nella città odierna", in Le fontane storiche: eredità di un passato recente. Restauro, valorizzazione e gestione di un patrimonio complesso. Historic Fountains. Inheritance of a Close Past Restoration, Exploitation and Maintenance of a Complex Heritage, a cura di M. Petrelli, A. Ugolini, Alinea editrice, Firenze 2011, p. 184.
[1] K. Ambrogio – A. Conforti, "Tutela e valorizzazione dei sistemi storici delle acque fermane. Problematiche e potenzialità d’uso e gestione nella città odierna", in Le fontane storiche: eredità di un passato recente. Restauro, valorizzazione e gestione di un patrimonio complesso. Historic Fountains. Inheritance of a Close Past Restoration, Exploitation and Maintenance of a Complex Heritage, a cura di M. Petrelli, A. Ugolini, Alinea editrice, Firenze 2011, p. 184.
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