La chiesa di Sant'Agostino
Vecchio, o Madonna dei Lumi, a Sant'Elpidio a Mare, poco fuori le mura dell'abitato, amministrata dal xiii secolo dagli Agostiniano,
venne distrutto nel 1377 dai Fermani.
Della vecchia costruzione resta in piedi parte della facciata duecentesca. Nel xviii secolo, all’interno della chiesa, venne eretta una cappella, oggi detta Madonna dei Lumi, dall'affresco della Madonna col Bambino lì custodito.
Della vecchia costruzione resta in piedi parte della facciata duecentesca. Nel xviii secolo, all’interno della chiesa, venne eretta una cappella, oggi detta Madonna dei Lumi, dall'affresco della Madonna col Bambino lì custodito.
Entro un altare gotico in pietra d’Istria,
realizzato nel 1371, era collocata la Sacra Spina, poi rubata
dai Fermani (adesso nella chiesa di Sant'Agostino a Fermo).
L’arca è costituita da
cassa decorata dalle figure dell’Angelo
annunciante, di San Pietro, di San Michele arcangelo, di San Paolo e dell’Annunciata. Il bassorilievo della lunetta rappresenta Sant’Agostino dà la regola ai frati dell’Ordine agostiniano.
Della Sacra Spina ne parla Camillo Medaglia nelle Memorie istoriche della città di Cluana, date alle stampe nel 1691:
[1] Memorie istoriche della città di Cluana, detta oggi volgarmente terra di S. Elpidio nella prouincia della Marca, colla vita de santi Elpidio, e Sisinnio suo discepolo, e con altre antiche, e moderne notitie, messe insieme, e scritte da Natale Medaglia della medesima terra, coll'aggiunta delle memorie dell'istessa città, lasciate dal famoso Andrea Bacci, e dall'erudito Camillo Medaglia elpidiani, e dedicate all'illustriss. e reverendiss. monsignor Filippo Antonio Gualterio, governatore di Camerino, per gl'heredi del Pannelli, Macerata 1692, p. 21.
Della Sacra Spina ne parla Camillo Medaglia nelle Memorie istoriche della città di Cluana, date alle stampe nel 1691:
Tra le più riguardevoli perdite, che fecero gli Elpidiani nella distruzione predetta [quella del 1377], niuna pero fu, che trapassasse più il loro cuore, che il rapimento della Santissima Spina, che punse e coronò il capo del Monarca Celeste. È fama, che tesoro sì pretioso fosse dato in dono nell'anno 1272 dalla munificenza del Christianissimo Re di Francia Filippo l'ardito, e fortunato figlio di Ludovico il Santo, al B. Clemente Concittadino, coll'occasione, che essendo Gener. dell'ordine unito Agostiniano visitava quei luoghi […] e che Sua Paternità Reverendissima ne arricchisse la Patria, riponendola nella Chiesa del suo Ordine […] sopra l'Altare Maggiore coll'inscrittione. Hic est locus Spina Sanctae. La cui Tribuna fu poscia con magnifico disegno resa Maestosa da tre statue di marmo, una di S. Elpidio a mano destra, di S. Nicola alla sinistra, e nel mezzo di S. Agostino [tutte perdute] a spese del Publico di S. Elpidio nell'anno 1371 come oggi si legge Confectum fuit Altare die 15 mensis Martij 1371…[1]
[1] Memorie istoriche della città di Cluana, detta oggi volgarmente terra di S. Elpidio nella prouincia della Marca, colla vita de santi Elpidio, e Sisinnio suo discepolo, e con altre antiche, e moderne notitie, messe insieme, e scritte da Natale Medaglia della medesima terra, coll'aggiunta delle memorie dell'istessa città, lasciate dal famoso Andrea Bacci, e dall'erudito Camillo Medaglia elpidiani, e dedicate all'illustriss. e reverendiss. monsignor Filippo Antonio Gualterio, governatore di Camerino, per gl'heredi del Pannelli, Macerata 1692, p. 21.
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