Iscrizione perduta trascritta da Raffaele De Minicis |
Ne Le iscrizioni fermane antiche e moderne di Raffaele De Minicis (Fermo, 1786 – Ivi, 1860), date alle stampe nel 1857, è riportata la perduta iscrizione murata nel prospetto[1], poi riveduta da Filippo Eugenio Mecchi.
Lì vicino avevano luogo le esecuzioni capitali. Dalla fine del XIX secolo le fonti erano conosciute con l’appellativo "sfumico", perché durante le epidemie tutti quelli che entravano in città dovevano essere sottoposti alla quarantea per la disinfestazione dello "sfumico" (dei fumenti) proprio lì.
La costruzione, a pianta rettangolare, è aperta da archi retti da pilastri. Le vasche sono intercomunicanti.
La fonte, come tutte quelle fuori dalle mura della città, era utilizzata, oltre che per prendere acqua, per lavare i panni o, anche, per far abbeverare gli animali[2].
[1] Raffaele De Minicis, Le iscrizioni fermane antiche e moderne con note, Tipografia di Gaetano Paccasassi, Fermo 1857, p. 260.
La fonte, come tutte quelle fuori dalle mura della città, era utilizzata, oltre che per prendere acqua, per lavare i panni o, anche, per far abbeverare gli animali[2].
[1] Raffaele De Minicis, Le iscrizioni fermane antiche e moderne con note, Tipografia di Gaetano Paccasassi, Fermo 1857, p. 260.
[2] K. Ambrogio – A. Conforti, "Tutela e valorizzazione dei sistemi storici delle acque fermane. Problematiche e potenzialità d’uso e gestione nella città odierna", in Le fontane storiche: eredità di un passato recente. Restauro, valorizzazione e gestione di un patrimonio complesso. Historic Fountains. Inheritance of a Close Past Restoration, Exploitation and Maintenance of a Complex Heritage, a cura di M. Petrelli, A. Ugolini, Alinea editrice, Firenze 2011, p. 184.
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