Lungo le pareti dell’ufficio del sindaco,
al secondo piano del Palazzo comunale di Fermo, sono dipinti gli stemmi di quanti aveva retto
la città dal Medioevo fino al 1860. Le pitture, realizzate dal pittore fermano
Pietro Lucchi, erano state commissionate da Nicola Morici, pro delegato
pontificio di Fermo nel 1849. I nomi, rintracciati da Raffaele De Minicis, li
ritroviamo pubblicati nel 1855 nella Serie
cronologica degli antichi signori, de’ podesta e rettori di Fermo dal secolo
ottavo all'anno 1550 e dei governatori, vicegovernatori e delegati dal 1550 al
1855, raccolta ed ordinata dall'avv. Raffaele De Minicis; con annotazioni
storiche. Debbo ricordare che
questa lista è purtroppo mal fatta. In questa voce confronterò i nomi rintracciati da Raffaele De Minicis con quelli pubblicati da Lucio Tomei nel suo: Genesi e primi sviluppi del Comune nella Marca meridionale. Le vicende del Comune di Fermo dalle origini alla fine del periodo svevo (1268), del 1995.
I podestà
Dal xiii
secolo Fermo era retta da un podestà: un magistrato forestiero, estraneo perciò
agli scontri cittadini, la cui carica durava per un breve periodo (un anno, poi
sei mesi). Il
funzionario aveva il compito di rendere esecutive le decisioni prese dal
Consiglio cittadino. Era anche il giudice supremo del comune, tanto che tutte le cause
dovevano passare per il suo giudizio. Il podestà
aveva anche compiti militari, dal momento che era a capo dell’esercito cittadino.
Nel 1199 i
Fermani nominarono loro podestà Adenolfo, poi diventato vescovo di Fermo nel
1205. Questo è il primo attestato dai documenti. Dal 1200
inizia la serie di Raffaele De Minicis.
Cristoforo Moro,
veneziano, podestà nel 1200, compare nella lista pubblicata nel volume del 1789
De Firminae urbis origine, atque ornamentis. Ad eminentissimum, ac
reverendissimum dominum, dominum Joannem Franciscum s.r.e card. decanum Albani
Hostiens. ac velitern. episcopum Dominici Maggiori Firmani liber, al quale
fa spesso riferimento Raffaele De Minicis.
1200 Cristoforo Moro venetus
La famiglia veneziana dei
Moro è attestata dalla fine dell’XI secolo. Un Cristoforo Moro, di certo non il
nostro, ricoprì la carica di doge dal 1462 al 1471. Probabilmente nel 1200 era
ancora podestà Adenolfo[1].
1203 Angelo
Bentivoglio
Angelo
Bentivoglio, podestà per Raffaele De Minicis nel 1203, non è attestato in
documenti di quell’anno[2].
Dal cognome sembra uno dei membri della famiglia bolognese dei Bentivoglio.
1206 Gaspar de
Ferraria
Podestà di
Fermo nel 1206 è per Raffaele De Minicis tale Gaspare da Ferrara, anche questo
non documentato[3].
1206 Argolicus
Andreoctius
Domini Argoliosi è attestato in un documento
del 1206 del del Liber iurium dell’episcopato e della città di Fermo (977-1266): una raccolta trecentesca di obbligazioni, privilegi papali e diplomi
imperiali, relativi all’Episcopato fermano, quale podestà della città di Fermo[4].
1209 Perinus de
Vernaciis de Cremona
Nel 1309 e non, come vuole
Raffaele De Minicis, nel 1209, è documentato a Fermo Pinus de Vernaciis, cremonese[5], del quale
sappiamo che ricoprì la carica di podestà in varie città d’Italia negli ultimi
anni del XIII secolo.
1210 Guido Thebaldi
Guidonis Tebaldi, parmense, è attestato in un documento di
quell’anno quale podestà di Fermo[6].
1211 Andrezonus
Andrezonus, Firmanorum
potestas, è attestato in una carta del 1211 del Liber iurium dell’episcopato e della città di Fermo (977-1266)[7].
1211 Gratianus de
Perleonibus
Sempre per il
1211 Raffaele De Minicis fa il nome, che comprare anche questo nel De Firminae
urbis origine, atque ornamentis,
di Gratianus de Perleonibus, che però non è documentato.
1211 Brutus Cornaro
venetus
Un altro
podestà veneto, anche questo in carica nel 1211, è per Raffaele De Minicis
Bruto Cornaro. La famiglia Cornèr o Cornaro era una delle più potenti di Venezia.
Tuttavia Bruto Cornaro non era nato nel xiii
secolo[8].
1212 Bartholomeus de Orlandinis
Nel 1212, per Raffaele De Minicis, era podestà di
Fermo Bartolomeo de Orlandinis, nome che ritroveremo anche per gli anni 1336 e
1413, anno, quest’ultimo, quando Bartholomeum
de Orlandinis, fiorentino, ricoprì effettivamente la carica di podestà a
Fermo[9].
1213 Marcus Bagadinus venetus
Nel 1213 un altro podestà veneto: Marco Bagadino,
che però visse nel xvi secolo.
1214 Guillelmus Rangonus de Mutina
Un Guillielmus
Rangonus da Modena era nel 1195-1196 podestà della sua città. Nel 1208 ricoprì ancora la carica di
podestà a Modena. Passò poi a Bologna. Nel
1209 era a Verona. Da lì in poi non sappiamo più niente. Probabilmente non
ricoprì mai la carica di podestà a Fermo.
I Rangoni erano una potente famiglia nobiliare di
parte guelfa, che fino a tutto il XIII secolo fornì diversi podestà alla città
della pars Ecclesiae d’Italia.
1215 Fidesmidus
Fildesmido da Mogliano era uno dei più potenti milites
ghibellini del Fermano. Nel 1217 era podestà di San Severino. Nel
1215 fece sposare suo
figlio Bonconte con la nobile Monaldesca di Trasmondo di Sant’Angelo, la quale
aveva ricevuto in eredità ampie proprietà nei territori di Mogliano, Monte Ansone
(colle di Mogliano, in contrada Massa), Gualdo e Loro. Sempre in quell’anno era
podestà di Fermo[10], carica che
ricopri anche nel 1218. Nel
1249, cosa non segnalata da Gaetano De Minicis, il nostro era ancora una volta podestà della città.
1218 Raynaldus Perioli
Per il 1218 Raffaelle De Minicis nomina come podestà
di Fermo tale Raynaldus Perioli, che
però non è documentato[11].
1218 Arpinellus
Da un documento è attestato che nel 1218 il Comune di
Fermo doveva pagare una certa somma di denaro dovuta ad Arpinellus, che però aveva ricoperto la carica di podestà nel 1217[12].
1218 Fidismundus
Si tratta sempre di Fildesmido da Mogliano, per il
quale rimando a quanto detto.
1221 Gratianus Perleonis
Nel 1221 podestà di Fermo era Gratiani Iohannis Petri Leonis, di famiglia nobile romana[13].
1222 Aloysius Guicciardinus senensis
Per il 1222 Raffaelle De Minicis nomina come podestà di Fermo tale
Aloysius Guicciardinus,
senese,
nome che comprare anche questo nel De Firminae urbis origine, atque ornamentis. Tuttavia, in quell’anno è attestato “domini,
Annibaldi, potestatis Firmane civitatis”. Aloysius
Guicciardinus è nominato da Raffaele De Minicis anche per l’anno 1436[14].
1224 Philippus Petrileonis
Nel 1224 podestà di Fermo era “domino Filippo Petrileonis”[15],
della stessa nobile famiglia romana del podestà fermano del 1221.
1228 Ciccus Provenzalis senensis
Per il 1228 Raffaelle De Minicis nomina come podestà di Fermo il
sensese Ciccus Provenzalis, nome che comprare anche questo nel De Firminae urbis
origine, atque ornamentis. Qui è
stata fatta confusione, un Ciolius
Provenzalis ricoprì la carica di capitano del popolo nel 1297[16].
1228 P. Esc de Canovanova
Nel 1228 Potestati
Firmi era domino Osa
de Canovanova[17].
1230 Rodolphus
Nel 1230 podestà di Fermo era Abbas Redulphi,
fiorentino[18].
1232 Anfreuctius Gherardus, senensis
Per il 1232 Raffaelle De Minicis nomina come podestà di Fermo tale
Anfreuctius Gherardus,
senese, nome
che comprare anche questo nel De Firminae urbis origine, atque ornamentis. Tuttavia il nostro non è attestato in documenti
di quegli anni[19].
1233 Decius Albertus florentinus
Nel 1233 per Raffaelle De Minicis podestà di Fermo era tale Decius Albertus, fiorentino, nome
che comprare anche questo nel De Firminae urbis origine, atque ornamentis. Tuttavia il nostro non è attestato in documenti
di quegli anni[20].
1233 Guilelmus Alemanus gubernator
Sempre per il 1233, Raffaelle De Minicis nomina come governatore di Fermo
tale Guilelmus, tedesco. La carica di governatore è piuttosto strana, mi fa pensare che l’autore
sottintenda una qualche presa della città da parte dell’impero, che nominò un
proprio rappresentante per la sua amministrazione.
1235 Ugo de Robertis de Regio
Ugo dei Roberti di Reggio Emilio non ricoprì la
podesteria di Fermo nel 1235, ma nel 1238[21] (rimando a quell’anno per la biografia).
1236 Guilelmus de Robertis de Regio
Guglielmo da Fogliano di Reggio Emilia nacque negli anni ’90
del XII secolo. Nel 1232-33 ricoprì la podesteria di Cremona. Nel 1234 era
podestà di Foligno. Nel 1235 di Viterbo. In quello stesso anno era a Roma, al
seguito dell'imperatore Federico II, accorso in aiuto di Gregorio IX[22]. Nel
1236 ricoprì la podesteria di Fermo[23]. Guglielmo da Fogliano di Reggio Emilia
morì probabilmente poco prima della fine degli anni ’40 del XIII secolo.
1237 Thomassinus de Robertis de Regio
Nel 1237 podestà della città era
Tommaso da Fogliano di Reggio Emilia, figlio del precedente[24], riconosciuto con quello nominato da papa Innocenzo IV rettore e conte
di Romagna[25].
1238 Ugo de Robertis de Regio
Ugolino da Fogliano di Reggio Emilia nacque
intorno al primo decennio del xiii
secolo. Nel 1245, come esponente guelfo venne bandito dalla sua città, allora
in mano ai ghibellini[26].
Nel 1238 era podestà di Fermo[27].
Nel 1253 rientrò a Reggio Emilia, tornata dalla parte della Chiesa. Nel 1255
ricoprì la podesteria di Perugia. Nel 1276 era podestà di Cremona. Morì nel
1277[28].
1244 Petrus Martellus florentinus
Petrus
Martellus, di nobile famiglia fiorentina,
tenne la podesteria di Fermo, non nel 1244, ma negli anni 1515-16[29].
1245 Bonnatarus
Nel 1245 podestà di Fermo era Bonatacha da Siena[30]. Di lui sappiamo che ricoprì anche la podesteria di Recanati.
1247 Blasius Tholomeus, senensis
Nel 1247 podestà di Fermo era Gualtiero di
Rinaldo il Vecchio di Acquaviva. Solo nel 1388 Blasius Tholomeus, senense, ricoprì la podesteria fermana, come poi
segnala anche Raffaele De Minicis, che però lo assegna anche per il 1387[31].
1251 Girardus
Gerardo da Massa, figlio di Guglielmo da Massa, milites ghibellino del Fermano, nel 1250
era vescovo di Fermo. L’anno successivo ricoprì la carica di podestà di Fermo, appoggiato probabilmente dalla pars
Imperii. Con un’accorta politica Gerardo da Massa riportò la città, fin da
allora schierato dalla parte degli Svevi, sotto la tutela della Chiesa (da poco
era morto l’imperatore Federico II). L’anno dopo lasciò la podesteria. Gerardo
da Massa non è più attestato in nessun documento.
1252 Renier Zeno
Renier Zeno,
veneziano, ricoprì più volte la carica di podestà di molte città italiane.
Prima di essere eletto doge, nel 1252, ricoprì la podesteria di Fermo[32]. La notizia gli giunse quando ancora stava in
quest’ultima città, dalla quale partì in tutta fretta[33]. Dopo l’elezione dovette affrontare la guerra con
Genova, conclusa nel 1270, quando oramai Renier Zen era già morto da due anni.
1253 Bonaventura de Garda
Bonaventura da
Garda era podestà negli anni 1254-55[34].
Nel 1253 teneva la podesteria cittadina Andrea Zeno, veneziano, del quale
scriverò dopo.
1253 Armericus
D. Arpinelli
Per il 1253 Raffaelle De Minicis nomina come podestà
di Fermo Armericus D. Arpinelli. Tuttavia, quest’ultimo non ricoprì mai la podesteria a Fermo[35].
1253 Andrea
Zeno, veneto
Andrea Zeno,
nipote di Renier Zeno, partecipò alla guerra contro Genova. Nel 1253 i Fermani
lo chiamarono a ricoprire la carica di podestà della loro città, tenuta fino al
1254.
Partecipò nel 1258 alla guerra contro Genova. Nel 1261 ricoprì l’incarico di
ambasciatore in nome della sua città presso papa Urbano VIII. Nel 1271 era capitano di Primaro. Nel 1278 ambasciatore presso papa Niccolò III. Andrea Zeno morì intorno
al 1280. Il suo nome compare anche nel De Firminae urbis origine, atque ornamentis.
1255
Bonaventura de Cardi
Bonaventura da
Garda, chiamato dopo la podesteria di Andrea Zeno, è attestato per la prima
volta in un documento del 1254, quando Fermo assoggettò alla sua
giurisdizione Marano (attuale Cupra Marittima). Lo ritroviamo podestà ancora in
un documento del 1255[36].
1257
Bertolinus Tab(er)nii
Bertolino Tabernario
o Tavervieri, parmense, era podestà di Pavia nel 1251, di Fermo nel 1257, di
Piacenza nel 1260.[37].
1257
Tentolinus Taunerius
Tentolinus Taunerius è una
corruzione del nome del podestà Bertolino Tabernario o Tavervieri[38]. Raffaele De
Minicis ha fatto solo confusione.
1259 Roggerius
de Vernaciis de Cremona
Nel 1259, per Raffaelle De Minicis, podestà di Fermo era Roggerius de Vernaciis, cremonese,
nome
che comprare anche questo nel De Firminae urbis origine, atque ornamentis, che però visse nel xiv
secolo[39].
1261 Boso de
Egubio
Bosone
da Gubbio nel 1260 e non, come vuole Raffaele De Minicis nel 1261, ricoprì la
podesteria di Fermo[40].
Nel 1266 era podestà di Arezzo. Nel 1277 era capitano del Popolo a Forlì. Bosone
da Gubbio scrisse un Capitolo in terza
rima a compendio della Commedia
di Dante Alighieri. Pur con qualche dubbio il nostro è autore anche del romanzo
in volgare: l’Aventuroso Ciciliano. Della
sua produzione fanno parte anche alcune rime[41].
1262 Jacobus
Teupolus Venetus
Nel 1262, per Raffaelle De Minicis, podestà di Fermo era Jacopo
Tiepolo, veneziano, nome che comprare anche questo nel De Firminae
urbis origine, atque ornamentis.
Tuttavia Iacobus Teupolus ricoprì la
podesteria fermana negli anni 1271-73[42].
1262 D.
Laurentius
Con D. Laurentius Raffaele De Minicis,
facendo confusione nella lettura dei documenti, fa probabilmente riferimento a
Lorenzo Tiepolo[43], per il quale vedi infra.
1265 Fabius
Ghigius senesis
Nel 1265, per Raffaelle De Minicis, podestà di Fermo era Fabius Ghigius,
senese, nome che
comprare anche questo nel De Firminae urbis origine, atque ornamentis. Tuttavia il nostro non è documentato[44].
1266 Lorenzo
Tiepolo
Figlio del
doge Jacopo Tiepolo, nel 1257 partecipò alla guerra contro Genova. Nel 1266 era
podestà di Fermo. Lorenzo Tiepolo lasciò l’incarico nel 1267. L’anno dopo venne
eletto doge. Nel 1270 firmò la pace con Genova. Morì nel 1275.
1268 Andrea
Zeno
Nel 1268
podestà di Fermo era Uspinellus de
Carbonensibus e non, come vuole Raffaele De Minicis, il veneziano Andrea
Zeno[45].
1268 Rugerius
de Suppis
Ruggero di
Suppone Iustamontis, appartenente a
una delle famiglie più importanti di Fermo, che in quegli anni aveva preso il
cognome Suppi o de Suppis o de Iuxtamontibus.
Ruggero di
Suppone Iustamontis era podestà
cittadino negli anni 1268-70, chiamato a ricoprire quell’ivarico dalla parte
guelfa per riportare la città, fino al 1268 schierata con l’imperatore
Corradino di Svezia, dalla parte della Chiesa.
Nel 1270,
stando alla Cronaca di Antonio di
Nicolò, Ruggero di Suppone Iustamontis
subì una sconfitta militare, da non sappiamo chi, nella piana del fiume Tenna[46].
Penso, alla parte ghibellina, allora bandita dalla città. Se le cose andarono
così la città tornò all’impero, dato che podestà dell’anno successivo era
Rolando Rossi, cittadino parmense, di famiglia ghibellina.
1269 Antonius
Lanzius senese
Il senese Antonii
de Lantis, nome
che comprare anche questo nel De Firminae urbis origine, atque ornamentis ricoprì sì la carica di podestà a Fermo, ma nel 1450[47].
1269
Guillielmus Sappa de Genua
Guillielmus Sappa, genovese, ricoprì sì la
carica di podestà a Fermo, ma nel 1369[48].
1271 Rollandus
Rubues
Rollandus Rubues, appartenuto a una nobile
famiglia ghibellina parmesense, era atro, prima di ricoprire la podesteria fermana negli anni 1270-71,
podestà di Siena negli anni 1276-77[49].
1272 Mutius
Tancredus senese
Nel 1272, per Raffaelle De Minicis, podestà di Fermo era il senese Mutius Tancredus, nome che
comprare anche questo nel De Firminae urbis origine, atque ornamentis. In realtà in quell’anno era podestà Iacobum Theoplum, del quale scriverò
subito dopo.
Raffaele De Minicis assegna la podesteria
cittadina al senese Mutius Tancredus anche per
l’anno 1428[50].
1272 Jacobus
Theophili
Giacomo
Tiepolo, che in realtà ricopri la carica di podestà a Fermo non nel 1272, ma
l’anno prima, era il
nipote di Lorenzo[51].
1275 Ruggerius
Suppi
È un errore di
Raffaele De Minicis. Per quell’anno non sappiamo da documenti chi ricoprì la
podesteria fermana[52].
1276 Iacobus
Teupolus, venetus
Nel 1276
podestà di Fermo era Bartolomeo di Prendiparte dei Pizi di Modena e non, come
vuole Raffaele De Minicis, il veneto Iacobus
Tiepolus[53].
1277 Neapolio
D. Jacobi Neapolionis
Napoleone
Orsini, conte di Tagliacozzo, era figlio di Giacomo e di Giovanna figlia di
Manfredo dei Prefetti di Vico. Signore di Nerola, Vicovaro,
Cantalupo, Bardella, e Marcellino. Di parte guelfa, combatté con gli
Angioini contro gli Svevi, durante la conquista dell'Italia meridionale da
parte di Carlo d'Angiò. Nel 1253 ricevette dal papa il titolo di conte di
Tagliacozzo. Capitano di guerra di Todi nel 1271 e, poi nel
1273. Nel 1277 era podestà di Fermo. L’anno dopo di Todi. Morì dopo il 1282.
1278
Franciscus Neapolionus de Urbe
Nel 1278 podestà di Fermo era il nobile romano
Francesco di Giacomo di Napoleone Orsini, fratello del precedente[54].
1280 Joannes
Arzoni
Nel 1280 podestà di Fermo era Ioannes Arzoni[55].
1280 Clavellus
Nel 1279, e non nel 1280, Chiavello di Alessandro
degli Alessandrini di Viterbo era podestà di Fermo[56].
1280
Sinibaldus de Aynarderden
Sinibaldo de
Ainardis ricoprì sì la carica di podestà a Fermo, ma nel 1283[57].
1282 Marsilius
patavinus
Nel 1282 podestà fermano era il veneziano Rainerius Zeno, nipote del podestà del
1252[58]. Nel 1283 i Fermani volevano nominare loro podestà Marsilius quondam domini Percinipei, padovano, che
però rifiutò la carica[59].
1283
Bonfrancescus Guarnerilis patavinus
Nel 1283 i Fermani volevano nominare loro podestà Buonfrancesco de Guarnerinis, anche questo come il precedente, padovano, che
però rifiutò anche lui la carica[60]. In quell’anno podestà fermano era il veneziano Michele Dauro o de Auro.
1283 Michael
Dauro
Negli anni 1282-83 podestà di Fermo era il veneziano
Michele Dauro o de Auro[61].
1284
Sinibaldus de Aymandis de Triviso
Sinibaldo de
Anardonibus o de Ainardonibus, tarvisino, ricoprì la carica di podestà di Fermo
nel 1284[62]. Il suo nome comprare
anche nel De
Firminae urbis origine, atque ornamentis.
1285 Thomas de
Venetiis
Tommaso Quirino
de Venetiis ricoprì la podesteria
fermana negli anni 1285-86[63].
1285 Lorentius
Teupolus venetus
Nel 1285, per Raffaelle De Minicis, podestà di Fermo era tale
Lorentius Tiepolo,
veneto, nome che comprare anche questo nel De Firminae urbis origine, atque ornamentis. Tuttavia in quell’anno era podestà, come
scritto, Tommaso Quirino, che ricoprì la carica anche l’anno dopo.
1286 Thomas
Quirinus venetus
Nel 1286 Tommaso Quirino era, come ho scritto prima, podestà
di Fermo[64].
1287 Cyprianus
de Albertis, florentinus
Nel 1287 podestà
di Fermo era Pietro Giustiniani, veneziano, e non Cyprianus
de Albertis,
fiorentino, che per tenne la podesteria fermana una prima volta nel 1327, poi
negli anni 1387-88[65].
1287 Andreas
quondam Lofredi civis romanus
Andreas
quondam Lofredi civis romanus non è documentato[66].
1288 Johannes
Dandalus, venetus
Nel 1288 ricopriva la podesteria fermana Ubaldo degli
Antelminelli, lucchese, e non, come vuole Raffaelle De Minicis, Giovanni Dandolo, veneto, nome
che comprare anche questo nel De Firminae urbis origine, atque ornamentis[67].
1289 Ubaldus
de Interminellis de Lucca
Nel 1289 podestà di Fermo era Ubaldus de Interminellis, lucchese.
1290 Afrionus
Cionelli de Obizis de Pisis
Nel 1290 era
podestà di Fermo Comaccio, non quell’Anfrione quondam Cionelli domini Dini de Obizis de
Piscia,
che tenne sì la podesteria cittadina, ma nel 1391[68].
1290 Mattheus
de Madiis de Brissia
Matteo di Manuele Maggi, bresciano, tenne la
podesteria cittadina nel 1289 e non, come vuole Raffaele De Minicis, nel 1290[69].
1291
Orlandinus de Vellis
Nel 1291
podestà di Fermo era Orlandinus de Vellis,
lucchese[70].
[1] L. Tomei, Genesi e primi sviluppi del Comune nella Marca meridionale. Le vicende del Comune di Fermo dalle origini alla fine del periodo svevo (1268), in Società e cultura nella Marca meridionale tra Alto e Basso Medioevo. Atti del 4° Seminario di studi per personale direttivo e docente della Scuola: Cupra Marittima, 27-31 ottobre 1992, Laboratorio Didattico di Ecologia del Quaternario, Grottammare 1995, p.
406, n. 15.
[2] Ibidem, p.
406, n. 16.
[3] Ibidem, p.
406, n. 17.
[4] Ibidem, p.
406, n. 18.
[5] Ibidem, p.
406, n. 19.
[6] Ibidem, p.
406, n. 20
[7] Ibidem, p.
406, n. 21.
[8] Ibidem, p.
406, n. 21.
[9] Ibidem, p.
406, n. 22.
[10] Ibidem, p.
406, n. 25.
[11] Ibidem, p.
407, n. 27.
[12] Ibidem, p.
407, n. 26.
[13] Ibidem, p.
407, n. 29.
[14] Ibidem, p.
407, n. 30.
[15] Ibidem, p.
407, n. 31.
[16] Ibidem, p.
407, n. 32.
[17] Ibidem, p.
407, n. 32.
[18] Ibidem, pp.
407-408, n. 34.
[19] Ibidem, p.
408, n. 35.
[20] Ibidem, p.
408, n. 36.
[21] Ibidem, p.
408, n. 37.
[22] Vedi voce del Dizionario biografico degli Italiani.
[23] Genesi e primi sviluppi cit., p.
408, n. 38.
[24] Ibidem, p.
408, n. 38.
[25] Vedi voce del Dizionario biografico degli Italiani.
[26] Vedi voce del Dizionario biografico degli Italiani.
[27] Genesi e primi sviluppi cit., p.
408, n. 40.
[28] Vedi voce del Dizionario biografico degli Italiani.
[29] Genesi e primi sviluppi cit., p.
408, n. 46.
[30] Ibidem, pp.
408-409, n. 47.
[31] Ibidem, p.
409, n. 49.
[32] Lucio Tomei, Genesi e primi sviluppi cit., pp.
[33] Ibidem, pp. 197-198.
[34] Ibidem, p.
409, n. 56.
[35] Ibidem, p.
409, n. 56.
[36] Ibidem, p. 410, n. 58.
[36] Ibidem, p. 410, n. 58.
[37] Ibidem, p.
410, n. 61.
[38] Ibidem, p.
410, n. 61.
[39] Ibidem, p.
410, n. 62.
[40] Ibidem, p.
410, n. 64.
[41] Vedi voce del Dizionario biografico degli Italiani.
[42] Genesi e primi sviluppi cit., p. 410, n. 65.
[42] Genesi e primi sviluppi cit., p. 410, n. 65.
[43] Ibidem, p.
410, n. 65.
[44] Ibidem, p.
410, n. 66.
[45] Ibidem, p.
411, n. 68.
[46] Antonio di Nicolò, Cronaca della città di Fermo, edizione critica G. De Minicis, introduzione e traduzione P. Petruzzi (Biblioteca Storica del Fermano, 8), Andrea Livi editore, Fermo 2008, p. 129.
[47] Genesi e primi sviluppi cit., p.
411, n. 69.
[48] Ivi.
[49] Ibidem, p.
411, n. 70.
[50] Ibidem, p.
411, n. 71.
[51] Ivi.
[52] Ibidem, pp.
411-412, n. 73.
[53] Ibidem, p.
412, n. 74.
[54] Ibidem, p.
412, n. 76.
[55] Ibidem, pp.
412-413, n. 78.
[56] Ibidem, p.
412, n. 77.
[57] Ibidem, pp.
412-413, n. 78.
[58] Ibidem, p.
413, n. 80.
[59] Ibidem, p.
413, n. 80.
[60] Ibidem, p.
413, n. 80.
[63] Ibidem, p.
413, n. 83.
[64] Ibidem, pp.
413-414, n. 84.
[65] Ibidem, p.
414, n. 85.
[66] Ivi.
[67] Ibidem, pp.
414, n. 86.
[68] Ibidem, pp.
414-415, n. 89.
[69] Ivi.
[70] Ibidem, p.
415, n. 90.
Nessun commento:
Posta un commento