giovedì 20 marzo 2014

I podestà fermani del XIII secolo nelle serie di Raffaele De Minicis, confrontata con quella di Lucio Tomei

Lungo le pareti dell’ufficio del sindaco, al secondo piano del Palazzo comunale di Fermo, sono dipinti gli stemmi di quanti aveva retto la città dal Medioevo fino al 1860. Le pitture, realizzate dal pittore fermano Pietro Lucchi, erano state commissionate da Nicola Morici, pro delegato pontificio di Fermo nel 1849. I nomi, rintracciati da Raffaele De Minicis, li ritroviamo pubblicati nel 1855 nella Serie cronologica degli antichi signori, de’ podesta e rettori di Fermo dal secolo ottavo all'anno 1550 e dei governatori, vicegovernatori e delegati dal 1550 al 1855, raccolta ed ordinata dall'avv. Raffaele De Minicis; con annotazioni storiche. Debbo ricordare che questa lista è purtroppo mal fatta. In questa voce confronterò i nomi rintracciati da Raffaele De Minicis con quelli pubblicati da Lucio Tomei nel suo: Genesi e primi sviluppi del Comune nella Marca meridionaleLe vicende del Comune di Fermo dalle origini alla fine del periodo svevo (1268), del 1995.


I podestà

Dal xiii secolo Fermo era retta da un podestà: un magistrato forestiero, estraneo perciò agli scontri cittadini, la cui carica durava per un breve periodo (un anno, poi sei mesi). Il funzionario aveva il compito di rendere esecutive le decisioni prese dal Consiglio cittadino. Era anche il giudice supremo del comune, tanto che tutte le cause dovevano passare per il suo giudizio. Il podestà aveva anche compiti militari, dal momento che era a capo dell’esercito cittadino.
Nel 1199 i Fermani nominarono loro podestà Adenolfo, poi diventato vescovo di Fermo nel 1205. Questo è il primo attestato dai documenti. Dal 1200 inizia la serie di Raffaele De Minicis. 

1200 Cristoforo Moro venetus


Cristoforo Moro, veneziano, podestà nel 1200, compare nella lista pubblicata nel volume del 1789 De Firminae urbis origine, atque ornamentis. Ad eminentissimum, ac reverendissimum dominum, dominum Joannem Franciscum s.r.e card. decanum Albani Hostiens. ac velitern. episcopum Dominici Maggiori Firmani liber, al quale fa spesso riferimento Raffaele De Minicis.
La famiglia veneziana dei Moro è attestata dalla fine dell’XI secolo. Un Cristoforo Moro, di certo non il nostro, ricoprì la carica di doge dal 1462 al 1471. Probabilmente nel 1200 era ancora podestà Adenolfo[1].

1203 Angelo Bentivoglio

Angelo Bentivoglio, podestà per Raffaele De Minicis nel 1203, non è attestato in documenti di quell’anno[2]. Dal cognome sembra uno dei membri della famiglia bolognese dei Bentivoglio.

1206 Gaspar de Ferraria

Podestà di Fermo nel 1206 è per Raffaele De Minicis tale Gaspare da Ferrara, anche questo non documentato[3].

1206 Argolicus Andreoctius

Domini Argoliosi è attestato in un documento del 1206 del del Liber iurium dell’episcopato e della città di Fermo (977-1266): una raccolta trecentesca di obbligazioni, privilegi papali e diplomi imperiali, relativi all’Episcopato fermano, quale podestà della città di Fermo[4].

1209 Perinus de Vernaciis de Cremona

Nel 1309 e non, come vuole Raffaele De Minicis, nel 1209, è documentato a Fermo Pinus de Vernaciis, cremonese[5], del quale sappiamo che ricoprì la carica di podestà in varie città d’Italia negli ultimi anni del XIII secolo.

1210 Guido Thebaldi

Guidonis Tebaldi, parmense, è attestato in un documento di quell’anno quale podestà di Fermo[6].

1211 Andrezonus

Andrezonus, Firmanorum potestas, è attestato in una carta del 1211 del Liber iurium dell’episcopato e della città di Fermo (977-1266)[7].

1211 Gratianus de Perleonibus

Sempre per il 1211 Raffaele De Minicis fa il nome, che comprare anche questo nel De Firminae urbis origine, atque ornamentis, di Gratianus de Perleonibus, che però non è documentato.

1211 Brutus Cornaro venetus

Un altro podestà veneto, anche questo in carica nel 1211, è per Raffaele De Minicis Bruto Cornaro. La famiglia Cornèr o Cornaro era una delle più potenti di Venezia. Tuttavia Bruto Cornaro non era nato nel xiii secolo[8].

1212 Bartholomeus de Orlandinis

Nel 1212, per Raffaele De Minicis, era podestà di Fermo Bartolomeo de Orlandinis, nome che ritroveremo anche per gli anni 1336 e 1413, anno, quest’ultimo, quando Bartholomeum de Orlandinis, fiorentino, ricoprì effettivamente la carica di podestà a Fermo[9].

1213 Marcus Bagadinus venetus

Nel 1213 un altro podestà veneto: Marco Bagadino, che però visse nel xvi secolo.

1214 Guillelmus Rangonus de Mutina

Un Guillielmus Rangonus da Modena era nel 1195-1196 podestà della sua città. Nel 1208 ricoprì ancora la carica di podestà a Modena. Passò poi a Bologna. Nel 1209 era a Verona. Da lì in poi non sappiamo più niente. Probabilmente non ricoprì mai la carica di podestà a Fermo.
I Rangoni erano una potente famiglia nobiliare di parte guelfa, che fino a tutto il XIII secolo fornì diversi podestà alla città della pars Ecclesiae d’Italia.

1215 Fidesmidus

Fildesmido da Mogliano era uno dei più potenti milites ghibellini del Fermano. Nel 1217 era podestà di San Severino. Nel 1215 fece sposare suo figlio Bonconte con la nobile Monaldesca di Trasmondo di Sant’Angelo, la quale aveva ricevuto in eredità ampie proprietà nei territori di Mogliano, Monte Ansone (colle di Mogliano, in contrada Massa), Gualdo e Loro. Sempre in quell’anno era podestà di Fermo[10], carica che ricopri anche nel 1218. Nel 1249, cosa non segnalata da Gaetano De Minicis, il nostro era ancora una volta podestà della città. 


1218  Raynaldus Perioli

Per il 1218 Raffaelle De Minicis nomina come podestà di Fermo tale Raynaldus Perioli, che però non è documentato[11].

1218 Arpinellus

Da un documento è attestato che nel 1218 il Comune di Fermo doveva pagare una certa somma di denaro  dovuta ad Arpinellus, che però aveva ricoperto la carica di podestà nel 1217[12].
1218 Fidismundus

Si tratta sempre di Fildesmido da Mogliano, per il quale rimando a quanto detto.

1221 Gratianus Perleonis

Nel 1221 podestà di Fermo era Gratiani Iohannis Petri Leonis, di famiglia nobile romana[13].

1222 Aloysius Guicciardinus senensis

Per il 1222 Raffaelle De Minicis nomina come podestà di Fermo tale Aloysius Guicciardinus, senese, nome che comprare anche questo nel De Firminae urbis origine, atque ornamentis. Tuttavia, in quell’anno è attestato “domini, Annibaldi, potestatis Firmane civitatis”. Aloysius Guicciardinus è nominato da Raffaele De Minicis anche per l’anno 1436[14].

1224 Philippus Petrileonis

Nel 1224 podestà di Fermo era “domino Filippo Petrileonis”[15], della stessa nobile famiglia romana del podestà fermano del 1221.

1228 Ciccus Provenzalis senensis

Per il 1228 Raffaelle De Minicis nomina come podestà di Fermo il sensese Ciccus Provenzalis, nome che comprare anche questo nel De Firminae urbis origine, atque ornamentis. Qui è stata fatta confusione, un Ciolius Provenzalis ricoprì la carica di capitano del popolo nel 1297[16].

1228 P. Esc de Canovanova

Nel 1228 Potestati Firmi era domino Osa de Canovanova[17].

1230 Rodolphus

Nel 1230 podestà di Fermo era Abbas Redulphi, fiorentino[18].

1232 Anfreuctius Gherardus, senensis

Per il 1232 Raffaelle De Minicis nomina come podestà di Fermo tale Anfreuctius Gherardus, senese, nome che comprare anche questo nel De Firminae urbis origine, atque ornamentis. Tuttavia il nostro non è attestato in documenti di quegli anni[19].

1233 Decius Albertus florentinus

Nel 1233 per Raffaelle De Minicis podestà di Fermo era tale Decius Albertus, fiorentino, nome che comprare anche questo nel De Firminae urbis origine, atque ornamentis. Tuttavia il nostro non è attestato in documenti di quegli anni[20].

1233 Guilelmus Alemanus gubernator

Sempre per il 1233, Raffaelle De Minicis nomina come governatore di Fermo tale Guilelmus, tedesco. La carica di governatore è piuttosto strana, mi fa pensare che l’autore sottintenda una qualche presa della città da parte dell’impero, che nominò un proprio rappresentante per la sua amministrazione.

1235 Ugo de Robertis de Regio 

Ugo dei Roberti di Reggio Emilio non ricoprì la podesteria di Fermo nel 1235, ma nel 1238[21] (rimando a quell’anno per la biografia).

1236 Guilelmus de Robertis de Regio



Guglielmo da Fogliano di Reggio Emilia nacque negli anni ’90 del XII secolo. Nel 1232-33 ricoprì la podesteria di Cremona. Nel 1234 era podestà di Foligno. Nel 1235 di Viterbo. In quello stesso anno era a Roma, al seguito dell'imperatore Federico II, accorso in aiuto di Gregorio IX[22]. Nel 1236 ricoprì la podesteria di Fermo[23]. Guglielmo da Fogliano di Reggio Emilia morì probabilmente poco prima della fine degli anni ’40 del XIII secolo.

1237 Thomassinus de Robertis de Regio

Nel 1237 podestà della città era Tommaso da Fogliano di Reggio Emilia, figlio del precedente[24], riconosciuto con quello nominato da papa Innocenzo IV rettore e conte di Romagna[25].

1238 Ugo de Robertis de Regio

Ugolino da Fogliano di Reggio Emilia nacque intorno al primo decennio del xiii secolo. Nel 1245, come esponente guelfo venne bandito dalla sua città, allora in mano ai ghibellini[26]. Nel 1238 era podestà di Fermo[27]. Nel 1253 rientrò a Reggio Emilia, tornata dalla parte della Chiesa. Nel 1255 ricoprì la podesteria di Perugia. Nel 1276 era podestà di Cremona. Morì nel 1277[28].

1244 Petrus Martellus florentinus

Petrus Martellus, di nobile famiglia fiorentina, tenne la podesteria di Fermo, non nel 1244, ma negli anni 1515-16[29].

1245 Bonnatarus

Nel 1245 podestà di Fermo era Bonatacha da Siena[30]. Di lui sappiamo che ricoprì anche la podesteria di Recanati.

1247 Blasius Tholomeus, senensis

Nel 1247 podestà di Fermo era Gualtiero di Rinaldo il Vecchio di Acquaviva. Solo nel 1388 Blasius Tholomeus, senense, ricoprì la podesteria fermana, come poi segnala anche Raffaele De Minicis, che però lo assegna anche per il 1387[31].

1251 Girardus

Gerardo da Massa, figlio di Guglielmo da Massa, milites ghibellino del Fermano, nel 1250 era vescovo di Fermo. L’anno successivo ricoprì la carica di podestà di Fermo, appoggiato probabilmente dalla pars Imperii. Con un’accorta politica Gerardo da Massa riportò la città, fin da allora schierato dalla parte degli Svevi, sotto la tutela della Chiesa (da poco era morto l’imperatore Federico II). L’anno dopo lasciò la podesteria. Gerardo da Massa non è più attestato in nessun documento.

1252 Renier Zeno

Renier Zeno, veneziano, ricoprì più volte la carica di podestà di molte città italiane. Prima di essere eletto doge, nel 1252, ricoprì la podesteria di Fermo[32]. La notizia gli giunse quando ancora stava in quest’ultima città, dalla quale partì in tutta fretta[33]. Dopo l’elezione dovette affrontare la guerra con Genova, conclusa nel 1270, quando oramai Renier Zen era già morto da due anni.

1253 Bonaventura de Garda

Bonaventura da Garda era podestà negli anni 1254-55[34]. Nel 1253 teneva la podesteria cittadina Andrea Zeno, veneziano, del quale scriverò dopo.

1253 Armericus D. Arpinelli

Per il 1253 Raffaelle De Minicis nomina come podestà di Fermo Armericus D. Arpinelli. Tuttavia, quest’ultimo non ricoprì mai la podesteria a Fermo[35].

1253 Andrea Zeno, veneto

Andrea Zeno, nipote di Renier Zeno, partecipò alla guerra contro Genova. Nel 1253 i Fermani lo chiamarono a ricoprire la carica di podestà della loro città, tenuta fino al 1254. Partecipò nel 1258 alla guerra contro Genova. Nel 1261 ricoprì l’incarico di ambasciatore in nome della sua città presso papa Urbano VIII. Nel 1271 era capitano di Primaro. Nel 1278 ambasciatore presso papa Niccolò III. Andrea Zeno morì intorno al 1280. Il suo nome compare anche nel De Firminae urbis origine, atque ornamentis.

1255 Bonaventura de Cardi

Bonaventura da Garda, chiamato dopo la podesteria di Andrea Zeno, è attestato per la prima volta in un documento del 1254, quando Fermo assoggettò alla sua giurisdizione Marano (attuale Cupra Marittima). Lo ritroviamo podestà ancora in un documento del 1255[36].

1257 Bertolinus Tab(er)nii

Bertolino Tabernario o Tavervieri, parmense, era podestà di Pavia nel 1251, di Fermo nel 1257, di Piacenza nel 1260.[37].

1257 Tentolinus Taunerius

Tentolinus Taunerius è una corruzione del nome del podestà Bertolino Tabernario o Tavervieri[38]. Raffaele De Minicis ha fatto solo confusione.

1259 Roggerius de Vernaciis de Cremona

Nel 1259, per Raffaelle De Minicis, podestà di Fermo era Roggerius de Vernaciis, cremonese, nome che comprare anche questo nel De Firminae urbis origine, atque ornamentis, che però visse nel xiv secolo[39].

1261 Boso de Egubio

Bosone da Gubbio nel 1260 e non, come vuole Raffaele De Minicis nel 1261, ricoprì la podesteria di Fermo[40]. Nel 1266 era podestà di Arezzo. Nel 1277 era capitano del Popolo a Forlì. Bosone da Gubbio scrisse un Capitolo in terza rima a compendio della Commedia di Dante Alighieri. Pur con qualche dubbio il nostro è autore anche del romanzo in volgare: l’Aventuroso Ciciliano. Della sua produzione fanno parte anche alcune rime[41].

1262 Jacobus Teupolus Venetus

Nel 1262, per Raffaelle De Minicis, podestà di Fermo era Jacopo Tiepolo, veneziano, nome che comprare anche questo nel De Firminae urbis origine, atque ornamentis. Tuttavia Iacobus Teupolus ricoprì la podesteria fermana negli anni 1271-73[42].

1262 D. Laurentius

Con D. Laurentius Raffaele De Minicis, facendo confusione nella lettura dei documenti, fa probabilmente riferimento a Lorenzo Tiepolo[43], per il quale vedi infra.

1265 Fabius Ghigius senesis

Nel 1265, per Raffaelle De Minicis, podestà di Fermo era Fabius Ghigius, senese, nome che comprare anche questo nel De Firminae urbis origine, atque ornamentis. Tuttavia il nostro non è documentato[44].

1266 Lorenzo Tiepolo

Figlio del doge Jacopo Tiepolo, nel 1257 partecipò alla guerra contro Genova. Nel 1266 era podestà di Fermo. Lorenzo Tiepolo lasciò l’incarico nel 1267. L’anno dopo venne eletto doge. Nel 1270 firmò la pace con Genova. Morì nel 1275.

1268 Andrea Zeno

Nel 1268 podestà di Fermo era Uspinellus de Carbonensibus e non, come vuole Raffaele De Minicis, il veneziano Andrea Zeno[45].

1268 Rugerius de Suppis

Ruggero di Suppone Iustamontis, appartenente a una delle famiglie più importanti di Fermo, che in quegli anni aveva preso il cognome Suppi o de Suppis o de Iuxtamontibus.
Ruggero di Suppone Iustamontis era podestà cittadino negli anni 1268-70, chiamato a ricoprire quell’ivarico dalla parte guelfa per riportare la città, fino al 1268 schierata con l’imperatore Corradino di Svezia, dalla parte della Chiesa.
Nel 1270, stando alla Cronaca di Antonio di Nicolò, Ruggero di Suppone Iustamontis subì una sconfitta militare, da non sappiamo chi, nella piana del fiume Tenna[46]. Penso, alla parte ghibellina, allora bandita dalla città. Se le cose andarono così la città tornò all’impero, dato che podestà dell’anno successivo era Rolando Rossi, cittadino parmense, di famiglia ghibellina.

1269 Antonius Lanzius senese

Il senese Antonii de Lantis, nome che comprare anche questo nel De Firminae urbis origine, atque ornamentis ricoprì sì la carica di podestà a Fermo, ma nel 1450[47].

1269 Guillielmus Sappa de Genua

Guillielmus Sappa, genovese, ricoprì sì la carica di podestà a Fermo, ma nel 1369[48].

1271 Rollandus Rubues

Rollandus Rubues, appartenuto a una nobile famiglia ghibellina parmesense, era atro, prima di ricoprire la podesteria fermana negli anni 1270-71, podestà di Siena negli anni 1276-77[49].

1272 Mutius Tancredus senese

Nel 1272, per Raffaelle De Minicis, podestà di Fermo era il senese Mutius Tancredus, nome che comprare anche questo nel De Firminae urbis origine, atque ornamentis. In realtà in quell’anno era podestà Iacobum Theoplum, del quale scriverò subito dopo.
Raffaele De Minicis assegna la podesteria cittadina al senese Mutius Tancredus anche per l’anno 1428[50].

1272 Jacobus Theophili

Giacomo Tiepolo, che in realtà ricopri la carica di podestà a Fermo non nel 1272, ma l’anno prima, era il nipote di Lorenzo[51].

1275 Ruggerius Suppi

È un errore di Raffaele De Minicis. Per quell’anno non sappiamo da documenti chi ricoprì la podesteria fermana[52].

1276 Iacobus Teupolus, venetus

Nel 1276 podestà di Fermo era Bartolomeo di Prendiparte dei Pizi di Modena e non, come vuole Raffaele De Minicis, il veneto Iacobus Tiepolus[53].

1277 Neapolio D. Jacobi Neapolionis

Napoleone Orsini, conte di Tagliacozzo, era figlio di Giacomo e di Giovanna figlia di Manfredo dei Prefetti di Vico. Signore di Nerola, Vicovaro,
 Cantalupo, Bardella, e Marcellino. Di parte guelfa, combatté con gli Angioini contro gli Svevi, durante la conquista dell'Italia meridionale da parte di Carlo d'Angiò. Nel 1253 ricevette dal papa il titolo di conte di Tagliacozzo. Capitano di guerra di Todi nel 1271 e, poi nel 1273. Nel 1277 era podestà di Fermo. L’anno dopo di Todi. Morì dopo il 1282.

1278 Franciscus Neapolionus de Urbe

Nel 1278 podestà di Fermo era il nobile romano Francesco di Giacomo di Napoleone Orsini, fratello del precedente[54].

1280 Joannes Arzoni

Nel 1280 podestà di Fermo era Ioannes Arzoni[55].

1280 Clavellus

Nel 1279, e non nel 1280, Chiavello di Alessandro degli Alessandrini di Viterbo era podestà di Fermo[56].

1280 Sinibaldus de Aynarderden

Sinibaldo de Ainardis ricoprì sì la carica di podestà a Fermo, ma nel 1283[57].

1282 Marsilius patavinus

Nel 1282 podestà fermano era il veneziano Rainerius Zeno, nipote del podestà del 1252[58]. Nel 1283 i Fermani volevano nominare loro podestà Marsilius quondam domini Percinipei, padovano, che però rifiutò la carica[59].

1283 Bonfrancescus Guarnerilis patavinus

Nel 1283 i Fermani volevano nominare loro podestà Buonfrancesco de Guarnerinis, anche questo come il precedente, padovano, che però rifiutò anche lui la carica[60]. In quell’anno podestà fermano era il veneziano Michele Dauro o de Auro.

1283 Michael Dauro

Negli anni 1282-83 podestà di Fermo era il veneziano Michele Dauro o de Auro[61]

1284 Sinibaldus de Aymandis de Triviso

Sinibaldo de Anardonibus o de Ainardonibus, tarvisino, ricoprì la carica di podestà di Fermo nel 1284[62]. Il suo nome comprare anche nel De Firminae urbis origine, atque ornamentis.

1285 Thomas de Venetiis

Tommaso Quirino de Venetiis ricoprì la podesteria fermana negli anni 1285-86[63].

1285 Lorentius Teupolus venetus

Nel 1285, per Raffaelle De Minicis, podestà di Fermo era tale Lorentius Tiepolo, veneto, nome che comprare anche questo nel De Firminae urbis origine, atque ornamentis. Tuttavia in quell’anno era podestà, come scritto, Tommaso Quirino, che ricoprì la carica anche l’anno dopo.

1286 Thomas Quirinus venetus

Nel 1286 Tommaso Quirino era, come ho scritto prima, podestà di Fermo[64].

1287 Cyprianus de Albertis, florentinus

Nel 1287 podestà di Fermo era Pietro Giustiniani, veneziano, e non Cyprianus de Albertis, fiorentino, che per tenne la podesteria fermana una prima volta nel 1327, poi negli anni 1387-88[65].

1287 Andreas quondam Lofredi civis romanus

Andreas quondam Lofredi civis romanus non è documentato[66].

1288 Johannes Dandalus, venetus

Nel 1288 ricopriva la podesteria fermana Ubaldo degli Antelminelli, lucchese, e non, come vuole Raffaelle De Minicis, Giovanni Dandolo, veneto, nome che comprare anche questo nel De Firminae urbis origine, atque ornamentis[67].

1289 Ubaldus de Interminellis de Lucca

Nel 1289 podestà di Fermo era Ubaldus de Interminellis, lucchese. 

1290 Afrionus Cionelli de Obizis de Pisis

Nel 1290 era podestà di Fermo Comaccio, non quell’Anfrione quondam Cionelli domini Dini de Obizis de Piscia, che tenne sì la podesteria cittadina, ma nel 1391[68].

1290 Mattheus de Madiis de Brissia

Matteo di Manuele Maggi, bresciano, tenne la podesteria cittadina nel 1289 e non, come vuole Raffaele De Minicis, nel 1290[69].

1291 Orlandinus de Vellis

Nel 1291 podestà di Fermo era Orlandinus de Vellis, lucchese[70].





[1] L. Tomei, Genesi e primi sviluppi del Comune nella Marca meridionaleLe vicende del Comune di Fermo dalle origini alla fine del periodo svevo (1268), in Società e cultura nella Marca meridionale tra Alto e Basso Medioevo. Atti del 4° Seminario di studi per personale direttivo e docente della Scuola: Cupra Marittima, 27-31 ottobre 1992, Laboratorio Didattico di Ecologia del Quaternario, Grottammare 1995, p. 406, n. 15.
[2] Ibidem, p. 406, n. 16.
[3] Ibidem, p. 406, n. 17.
[4] Ibidem, p. 406, n. 18.
[5] Ibidem, p. 406, n. 19.
[6] Ibidem, p. 406, n. 20
[7] Ibidem, p. 406, n. 21.
[8] Ibidem, p. 406, n. 21.
[9] Ibidem, p. 406, n. 22.
[10] Ibidem, p. 406, n. 25.
[11] Ibidem, p. 407, n. 27.
[12] Ibidem, p. 407, n. 26.
[13] Ibidem, p. 407, n. 29.
[14] Ibidem, p. 407, n. 30.
[15] Ibidem, p. 407, n. 31.
[16] Ibidem, p. 407, n. 32.
[17] Ibidem, p. 407, n. 32.
[18] Ibidem, pp. 407-408, n. 34.
[19] Ibidem, p. 408, n. 35.
[20] Ibidem, p. 408, n. 36.
[21] Ibidem, p. 408, n. 37.
[23] Genesi e primi sviluppi cit., p. 408, n. 38.
[24] Ibidem, p. 408, n. 38.
[25] Vedi voce del Dizionario biografico degli Italiani.
[26] Vedi voce del Dizionario biografico degli Italiani
[27] Genesi e primi sviluppi cit., p. 408, n. 40.
[29] Genesi e primi sviluppi cit., p. 408, n. 46.
[30] Ibidem, pp. 408-409, n. 47.
[31] Ibidem, p. 409, n. 49.
[32] Lucio Tomei, Genesi e primi sviluppi cit., pp.
[33] Ibidem, pp. 197-198.
[34] Ibidem, p. 409, n. 56.
[35] Ibidem, p. 409, n. 56.
[36] Ibidem, p. 410, n. 58.
[37] Ibidem, p. 410, n. 61.
[38] Ibidem, p. 410, n. 61.
[39] Ibidem, p. 410, n. 62.
[40] Ibidem, p. 410, n. 64.
[41] Vedi voce del Dizionario biografico degli Italiani
[42] Genesi e primi sviluppi cit., p. 410, n. 65.
[43] Ibidem, p. 410, n. 65.
[44] Ibidem, p. 410, n. 66.
[45] Ibidem, p. 411, n. 68.
[46] Antonio di Nicolò, Cronaca della città di Fermo, edizione critica G. De Minicis, introduzione e traduzione P. Petruzzi (Biblioteca Storica del Fermano, 8), Andrea Livi editore, Fermo 2008, p. 129.
[47] Genesi e primi sviluppi cit., p. 411, n. 69.
[48] Ivi.
[49] Ibidem, p. 411, n. 70.
[50] Ibidem, p. 411, n. 71.
[51] Ivi.
[52] Ibidem, pp. 411-412, n. 73.
[53] Ibidem, p. 412, n. 74.
[54] Ibidem, p. 412, n. 76.
[55] Ibidem, pp. 412-413, n. 78.
[56] Ibidem, p. 412, n. 77.
[57] Ibidem, pp. 412-413, n. 78.
[58] Ibidem, p. 413, n. 80.
[59] Ibidem, p. 413, n. 80.
[60] Ibidem, p. 413, n. 80.
[61] Ibidem, p. 413, n. 81.
[62] Ibiden, p. 413, n. 84.
[63] Ibidem, p. 413, n. 83.
[64] Ibidem, pp. 413-414, n. 84.
[65] Ibidem, p. 414, n. 85.
[66] Ivi.
[67] Ibidem, pp. 414, n. 86.
[68] Ibidem, pp. 414-415, n. 89.
[69] Ivi.
[70] Ibidem, p. 415, n. 90.

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