Tornati su corso Italia, in largo
Garulli, si trova la chiesa dei Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista
(prima metà xiii sec.). Il portale
è datato 1238. L’iscrizione si trova alla base della lunetta: a(nnus)
d(omini) mccxxxviii die x mensis
martii dorus gualterius fec(it) fieri
h(oc) opus mag(istri) berard(us)
et act(us).
La chiesa, a navata unica, è stata
portata a due navate fra il xiv ed
il xv secolo. Alla fine del xviii secolo l’antico portale fu
spostato all’inizio del fianco destro. Allo stesso tempo fu chiusa la navata
laterale, con la tamponatura delle arcate di divisione. Nella seconda metà del xix secolo, al posto della torre
campanaria, è stata eretta una piccola vela.
L’interno, coperto a capriate lignee
(1991-92), è a due navate, spartite da arcate a tutto sesto rette da colonne. Il pittore, per Giuseppe Crocetti,
dovrebbe aver lavorato anche nella chiesa di San Giovanni a Monterubbiano,
eretta dopo la pestilenza
del 1462.
L’altare
maggiore, eretto nel 1673, nasconde alla vista l’antico coro. Nel catino sono
raffigurati il Padre Eterno e il Cristo Redentore la Vergine e due
donatori. Nella parte inferiore è raffigurata l’Ultima Cena. Gli affreschi, datati dal Luigi Serra nel 1922 al xv secolo, in passato erano stati
attribuiti da Luigi Dania nel 1967 al Maestro di Offida, un'attribuzione
ripresa nel 1999 da Fabio Marcelli[1]. Tuttavia, più recentemente, gli affreschi sono
stati attribuiti da Stefano Papetti a un seguace del Maestro di Offida "che ne volgarizza lo stile raffinato, in anni molto inoltrati dell'ultimo quarto del xiv secolo" (p. 71).
Nell’abside
della navata più piccola rimane un Crocifisso sostenuto dal Padre Eterno,
fra i santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista. Sopra la colonna l'Eterno che regge il Cristao
Crocifisso è datato primo aprile 1459.
In una cappellina della navata destra è dipinto lo Sposalizio mistico di santa Caterina d’Alessandria. L'affresco raffigura il Bambino Gesù in piedi sulle
ginocchia della madre, che porge alla santa l’anello nuziale. da Luigi Dania attribuita a un pittore marchigiano
della seconda metà del xv secolo.
Nell'intradosso dell'arco troviamo, da un parte (sinistra) San Giovanni
Battista, dall'altra (destra) Sant'Agostino (?). Di fronte alla cappella, sulla
colonna, sono affrescati a due a due: l'Angelo annunciante e l'Annunciata,
Sant'Andrea (scomparso, ma rimane la segnatura) e San Leonardo, Santa Vittoria (?) e Sant'Antonio abate e la Madonna col
Bambino e San Luca, datato 1462.
L'ultimo santo, un diacono, è probabile che sia Santo Stefano, patrono della
cittadina (p. 124). Gli affreschi erano stati attribuiti nel 1967 da Luigi
Dania a un pittore marchigiano della fine del sesto decennio del xv secolo, un riferimento col quale non
possiamo non concordare.
[1] F. Marcelli,
Pagine di cultura "cosmopolita".
Leggendo le pareti affrescate a Fermo e nel Fermano, in Il gotico internazionale a Fermo e nel
Fermano, a cura di G. Liberati, Sillabe, Livorno 1999, p. 34.
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