mercoledì 19 novembre 2014

I possessi farfensi a Rotella (AP)

Nel 1069 il vescovo di Ascoli Bernardo confermò all'abate di Farfa Berardo un non meglio identificato monastero di San Salvatore e la pieve di San Flaviano a Rovetino (Pacini p. 401), della quale però non è rimasto nulla.
Nel 1084 tra i beni di Farfa elencati in un diploma di Enrico IV  è per la prima volta attestato il castello di Rotella, con il monastero di San Lorenzo al Polesio, confermato all'abbazia in un diploma rilasciato nel 1118 da Enrico V.
Nel 1111 Carbone di Alberto cedette all'abate Berardo III il castello di Rovettino, e portionem de castro de Terra Talliata.
Rotella si assoggettò ad Ascoli nel 1318. La torre dell'orologio fino al xviii secolo era il campanile della chiesa di Santa Maria e Lorenzo, progettata nel xviii secolo da Lazzaro Giosafatti. Nel 1775 parte dell'abitato crollò a causa di una piena del torrente Oste. Della chiesa di Santa Maria e Lorenzo, rimase in piedi solo il campanile, trasformato in torre dell'orologio.

Il borgo di Poggio Canoso, acquistato da Farfa durante gli anni dell'abate Berardo III (1099-1119), nel xiii passò sotto giurisdizione della città di Ascoli. Dell'arredo della chiesa di Santa Lucia facevano parte quattro tavole di un polittico crivellesco adesso nel Museo diocesano di Ascoli Piceno.

Capradosso, acquistato da Farfa durante gli anni dell'abate Berardo III (1099-1119), dopo esser stato distrutto nel 1730 a causa delle intemperie, dovette essere ricostruito più in basso.
L'oratorio del Verdente, chiesa eretta nell'xi secolo dai monaci farfensi, ha interno ad aula unica. L'abside semicircolare prende luce da una piccola monofora. Nell'interno, gli affreschi, erano stati realizzati a spese della comunità di Rovettino, quale voto per essere scampata a un'epidemia di peste.

Del castello Rovettino, passato dopo esser stato un castello farfense in feudo alla famiglia Saladini, non rimane che qualche rudere.

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