sabato 8 novembre 2014

I possessi farfensi nel territorio di Offida (AP)


Prima del 920 il chierico Giovanni, figlio di Galitrude, donò pro redemptione animae al monastero di Santa Maria di Farfa la curtis nuncupata Ophida
Nel 998 è attestato per la prima volta il castrum Offida, donato nel 1039 da Longino di Azzone all’abbazia di FarfaDurante gli anni dell'abate Berardo III (1099-1119) sono attestate per la prima volta nel castello le istituzioni comunali.



La chiesa di Santa Maria della Rocca

La chiesa di Santa Maria della Rocca, eretta fuori le mura del castello, dipendeva ab antico da Santa Maria di Farfa. L'edificio, ricostruito nel 1330 da maestro Albertino durante il priorato di frate Francesco, ha facciata tripartita da lesene, aperta portale sormontato da cuspide. Le murature laterali dell'edificio sono ritmate da lesene. L'interno è ad aula unica, coperta da capriate lignee. Le tre absidi sono scandite da paraste in pietra bianca. L'abside mediana, di forma poligonale, è decorata nella calotta da affreschi di Profeti datati 1423, attribuiti al Maestro di Loreto Aprutino, l'anonimo pittore attestato nella chiesa di Santa Maria del Piano a Loreto Aprutino nel 1425.
Da un portaletto in pietra bianca aperto nell'abside mediana esterna si entra nella cripta, o meglio nella chiesa inferiore dato che ha la sstessa estensione dell'edificio superiore. In questa, nele due cappelline, sono affrescate le Storie di santa Lucia e le Storie di santa Caterina d'Alessandria, attribuite al Maestro di Offida da Ferdinando Bologna. Gli affreschi erano stati commissionati dal priore Marino Armanduzi negli anni 1360-67. Dello stesso anonimo pittore sono anche altre immagini votive, sempre nella chiesa inferiore, rappresentanti: San Cristoforo, San Ludovico di Tolosa e la Madonna dell'Umiltà.
Nella chiesa superiore, i due affreschi rappresentati la Crocifissione e il Compianto sul Cristo morto, sono anche questi attribuiti al Maestro di Offida.
Per questo pittore, però non possiamo parlare di una scuola pittorica farfense. Il maestro di Offida deve aver preso le mosse da quell'anonimo pittore chiamato dalla critica Maestro del Polittico di Ascoli Piceno, che deve il suo nome dal polticco dipinto per chiesa di San Domenico ad Ascoli, adesso nella Pinacoteca civica della città picena[1].




[1] S. Papetti, Aspetti della pittura tardo-gotica a Montefiore e nel territorio: Il Maestro di Offida e i suoi epigoni, in Il Patrimonio disperso: il "caso" esemplare di Carlo Crivelli. Atti delle giornate di studio. Montefiore dell'Aso, Camerino, Porto San Giorgio, 12 ottobre - 26 ottobre 9 novembre 1996, a cura di M. Massa, Regione Marche,  Assessorato alla Cultura Centro Beni culturali Gianni Maroni editore, Ripatransone 1999, p. 65.

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