domenica 9 novembre 2014

Gli affreschi dell'oratorio di Santa Caterina d'Alessandria a Smerillo

Nell'oratorio di Santa Caterina d'Alessandria (fine xiii secolo - inizi xiv secolo) troviamo affreschi. L’edificio era stato eretto su un terreno donato pro anima ai canonici lateranensi: è per questo che la chiesa ebbe sempre l’obbligo di chiedere la bolla di approvazione al Capitolo Lateranense, al quale doveva pagare ogni anno a titolo di ricognizione una libbra di pepe. Tuttavia, entro il 1387, Santa Caterina passò in patronato al comune di Smerillo.

Nella parete sinistra dell'interno di quest'oratorio troviamo alcune immagini di santi. Da sinistra, riconosciamo: un Sant'Egidio abate, con in basso rappresentata una frammentaria cerva, animale che sfamava con il suo latte il santo eremita. L'affresco è racchiuso in un riquadro decorato da motivi a candelabra. In basso, a destra dell'affresco, sono dipinte alcune immagini votive di santi: San Sebastiano, Sant'Amico di Rambona, San Sebastiano e Santa Caterina d'Alessandria. Nella stessa parete, dopo un'immagine frammentaria di un santo che non sappiamo meglio riconoscere, troviamo la scena raffigurante l'Incontro alla Porta Aurea di Gioacchino e Anna. I due erano i genitori della Vergine. Gioacchino, non produsse prole, anche dopo venti anni, a causa della sterilità del marito: umiliato pubblicamente (un uomo di nome Ruben gli aveva impedito di sacrificare al tempio per non aver dato figli a Israele) Gioacchino si ritirò tra i pastori. Mentre erano separati, un angelo sarebbe apparso ad Anna e le avrebbe annunciato l'imminente concepimento di un figlio: lo stesso angelo sarebbe apparso contemporaneamente in sogno anche a Gioacchino. I due si incontrarono alla porta aurea di Gerusaleme. Nel loro casto bacio il momento della concezione della Vergine. Nel Vangelo apocrifo dello Pseudo Matteo (3, 5) è scritto: "Gioacchino e i suoi pastori camminarono per trenta giorni. Ed ecco, mentre si avvicinavano [a Gerusalemme] un angelo del Signore apparve ad Anna e le disse: "Va alla porta Aurea, va incontro a Gioacchino, perché oggi ritornerà da te". Ella si portò in fretta con le sue amiche alla Porta Aurea e aspettò, aspettò a lungo; finché, alzando lo sguardo, vide Gioacchino che tornava con il suo gregge. Correndogli incontro, gli gettò le braccia al collo, ringraziando il Signore e dicendo: "Ero vedova, ora non lo sono più!". E ci fu grande gioia in tutti gli amici e parenti, tanto che tutta Israele si rallegrò di tale avvenimento". Tuttavia, quello ch'è rappresentato a Smerillo, non è tanto l'incontro tra i due genitori, quanto il concepimento immacolato della madre di Dio. Tant'è che tra i due personaggi, i genitori della Vergine, è dipinta entro una mandorla l'anima della Madonna. Per incorniciare la scena il pittore ha rappresentato le mura di Gerusalemme, protette da merlatura ghibellina. La scena, però ha luogo all'interno di un'apertura ad arco a tutto sesto che rappresenta appunto la Porta d'Oro, riconoscibile anche perche sopra alle due lesene che reggono le imposte dell'arco sono le segnature port e aul. I due anziani genitori della Vergine, sono accompagnati da un giovinetto e da una dama, con in mano un mantello foderato di vaio, simbolo dell'ex-vedovanza di Anna.

Solo i Francescani in quegli anni sostenevano con accese polemiche il dogma dell'Immacolata Concezione. In questo caso dovremo ricondurre la committenza del dipinto all'ambiente francescano.

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