venerdì 20 giugno 2014

Villa Vitali a Fermo e i Musei scientifici della città

Villa Vitali, superato il monastero delle Benedettine, venne ricostruita nel 1854 dall’architetto Gaetano Manfredi, nei pressi della chiesa di San Francesco di Paola, demolita nel 1812. Nel 1860 venne realizzato nel giardino della costruzione un portico neogotico ad archi a sesto acuto: un pergolato una volta coperto da rampicanti. Pilastri polisti sono intervallati da colonne che reggono archi a sesto acuto.

La facciata è partita da lesene giganti. Il piano terra, a bugne piatte, è aperto da portale con sovrastante balconcino. Nella corte, racchiusa entro due parchesse, troviamo una statua classicheggiante in terracotta.
Nell’edificio sono allestiti i Musei scientifici di Fermo. Il Museo polare etnografico «Silvio Zavatti» realizzato dall’esploratore Silvio Zavatti (Forlì, 10 novembre 1917 - Ancona, 13 maggio 1985).
La prima sala è dedicata alle esplorazioni polari italiane. Nel 1899 Luigi Amedeo Giuseppe Maria Ferdinando Francesco di Savoia, duca degli Abruzzi (Madrid, 29 gennaio 1873 - Villaggio Duca degli Abruzzi, 18 marzo 1933), tentò di raggiungere il Polo Nord attraversando il pack a piedi. Nella sala è riprodotto l’accampamento di Pietro Achille Cavalli Molinelli, il medico della spedizione.
Nel 1926 Umberto Nobile (Lauro, 21 gennaio 1885 - Roma, 30 luglio 1978) sorvolò il Polo Nord a bordo del dirigibile Norge (smantellato dopo la spedizione). Nella sala, di quest’ultimo, sono esposti alcuni frammenti di strisce tricolori che decoravano i fianchi della cabina di comando.
Umberto Nobile tornò al Polo Nord nel 1928 al comando del dirigibile Italia, che riuscì a raggiungere il Polo Nord. Tuttavia, durante il ritorno, finì schiantato sul pack. I superstiti, sbalzati sul ghiaccio, si rifugiarono in una tenda rossa (in realtà argentea, ma colorata con dell’anilina). La spedizione di soccorso, solo dopo molte traversie, riuscì a trarre in salvo gli italiani. Nella sala è esposto un frammento di tela riportata dal marconista Giuseppe Biagi (Medicina, 2 febbraio 1897 - Roma il 2 novembre 1965), segnata: «Tela della navicella del dirig. Italia spedizione Polare gen. Nobile da me riportata dopo 49 giorni di permanenza sul pack. Lat. 81.30 N Long. 18.40 W. Giuseppe Biagi 25-6-1928».
La seconda sala è dedicata ai popoli artici studiati dall’esploratore Silvio Zavatti. La terza sala è dedicata alle ricerche dell’Istituto geografico polare «Silvio Zavatti», nato a Forlì nel 1944 per “promuovere e affiancare iniziative intese al progresso in Italia degli studi polari e alla divulgazione del contributo dato dagli italiani ai viaggi polari e promuovere viaggi d’esplorazione che tendano a una maggiore conoscenza delle Terre Polari”. In quella successiva sono esposte alcune statuette del popolo Ainu, attualmente attestati solo nell’isola di Hokkaidō, nel nord del Giappone.
Nella saletta accanto troviamo alcuni disegni realizzati dai bambini della scuola groenlandese di Isertoq. L’ultima sala è allestita con una collezione numismatica-filatelica a tematica polare.
Il Museo di scienze naturali «Tommaso Salvadori» comprende più di 500 esemplari dell’avifauna italiana, imbalsamati dall’ornitologo Tommaso Salvadori (Porto San Giorgio, 30 settembre 1835 - Torino, 9 ottobre 1923). Il comune, allora rappresentato dal podestà Giacomo Properzi ringraziava Guglielmo Salvadori Paleotti per il dono della collezione ornitologica.
Nei locali accanto troviamo la meteorite «Fermo», caduta nel quartiere Santa Petronilla nel 1996. La roccia è una condrite ordinaria, classe chimica H, costituita da materiale risolidificato all’interno della nebulosa che ha dato origine al sistema solare.
La Collezione apparecchi fotografici, allestita nella sala ovale di villa Vitali, è stata donata ai Musei scientifici nel 2002 da Alfredo Matacotta Cordella. pronipote del fotografo fermano Nicola Cordella.
Il Museo della pipa «Nicola Rizzi», curato dal Pipa Cigar Club di Fermo, è una raccolta di pipe provenienti da tutto il mondo.
La cappella di villa Vitali è decorata da affreschi dipinti nel 1907-08 da Giuseppe Felici, pittore di Grotte di Castro, rappresentanti le Storie della vita di san Francesco di Paola. Fino al 1975, quando venne aperta la chiesa di Sant’Antonio di Padova, progettata dall’ingegnere fermano Lino Fagioli, la cappella era la parrocchiale del quartiere. 

Le ex scuderie di villa Vitali è un’edificio edificio a pianta rettangolare, impostato su due livelli. Nel prospetto sotto un’edicola dedicata alla Madonna di Pompei, è collocato un bacino decorato da maiolica raffigurante la battaglia di Isso.
Il giardino all’inglese, con aiuole di differenti estensioni, è attraversato da un viale principale rettilineo, sul quale si affacciano da viali secondari curvilinei. Negli ultimi anni del secolo il prato davanti alla villa venne trasformato il prato in un teatro all’aperto.
La serra, a pianta rettangolare, ha facciata partita da pareste. La copertura ha balaustra decorata da motivi vegetali. Nel prospetto sono murate lapidi dedicate ai cani dei Vitali.



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