La chiesa di San Marone a Monteleone di Fermo, eretta per il convento
degli agostiniani, soppresso nel 1652, nel 1669 aveva il titolo di
Santo Stefano. Nel 1844 l'edifico era
chiuso per restauri non ancora realizzati. Il presbiterio, retto da due pilastri nella cripta sottostante,
venne probabilmente costruito di lì a poco. Nel 1925 vennero iniziati lavori
di ammodernamento, che proseguirono fino al 1930. In quegli anni venne realizzata
l'attuale volta della navata. Negli anni ’60 del secolo scorso, il
campanile, utilizzando i mattoni della demolita chiesa rurale di San Marone (dalla quale prese il titolo l'edificio).
In facciata sono due cornici di forma quadrata a rilievo,
disposte in maniera simmetrica rispetto al portale. Sopra a questo è aperto un
piccolo oculo, realizzato negli anni 1925-30 chiudendo una precedente finestra
rettangolare.
Nell’interno, la navata è conclusa da abside
semicircolare. Dietro l’altare maggiore, ai lati di un Crocifisso ligneo del xvi
secolo, proveniente dalla chiesa della Madonna della Misericordia, o del Crocefisso in contrada Crocefisso a Monteleone di Fermo, sono collocate due tavole crivellesche raffiguranti l’Addolorata e San Giovanni Evangelista. In controfacciatta, sopra l’ingresso, è collocata la tela
raffigurante i Santi Michele Arcangelo,
Marone e Antonio abate (xviii secolo). Nello sfondo, entro un'apertura affiancata da colonne, è rappresentato uno de fatti della vita di san Marone, patrono di Monteleone di Fermo, che peraltro nella tena è raffigurato mentre tiene il modellino del castello. Stando alla tradizione san Marone salvò la figlia del re di Urbisaglia (provincia di Macerata) da un drago uscito dal mare, non lontano dalla foce del fiume Chienti.
Dell’arredo sacro fa parte una Croce astile in argento sbalzato, con la reliquia della croce,
opera firmata e datata 1524 da Bartolomeo da Montelparo, cui spetta la parte
decorata a niello e l’assemblaggio dell’intero oggetto, proveniente dalla
chiesa di Sana Maria della Misericordia. Il verso
è rivestito di placchette d’argento con figurazioni in niello ed elementi
vegetali. Nella parte inferiore del montante sono inserite quattro laminette
argentee con le incisioni dell'Eterno, dell’Annunciazione, della
Madonna adorante il Bambino. Nel recto, attribuito a Giambattista Santi, al centro dei bracci è il Crocifisso.
Nelle risulte sono le immagini dell’Addolorata
e di San Giovanni evangelista. Chiudono
il montante le figure dell'Eterno
e della Maddalena.
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