lunedì 30 novembre 2015

Le opere fermane riferite al pittore tardogotico Jacobello di Bonomo


Polittico di Torre di Palme (rubato)
Il pittore veneziano Jacobello di Bonomo, documentato dal 1375 al 1385,  probabilmente formatosi nell’ambito di Lorenzo Veneziano, è conosciuto attraverso un polittico a Santarcangelo di Romagna da lui firmato e datato 1385, adesso nella collegiata, ma realizzato per la demolita chiesa dei Francescani.

Al pittore è stato attribuito il polittico, un tempo nella chiesa di Santa Maria a Mare a Torre di Palme (frazione di Fermo), rubato nel 1921[1], mai più ritrovato (attribuzione rigettata a favore di un anonimo artista al quale è stato dato il nome di comodo di Maestro del polittico di Torre di Palme [Pietro di Nicolò, Venezia, documentato dal 1365 al 1399?]).


Il polittico con l'Incoronazione della Vergine e i santi Michele Arcangelo, Antonio abate, Giacomo, Caterina d’Alessandria, Nicola di Bari e Giovanni Battista, proveniente dalla chiesa di San Michele Arcangelo a Fermo, ma adesso nel Museo diocesano della città, di mano di Marco di Paolo Veneziano (attivo tra il 1362 e il 1390), era stato riferito alla bottega di Jacobello di Bonomo[2].

Un altro polittico frammentario della fine del XIV secolo,  attribuito al Maestro di Sant’Elsino, identificato, pur con qualche dubbio, in Meneghello di Giovanni de’ Canali da Venezia (documentato a Zara tra il 1385 e il 1427), era stato anche questo riferito al nome pittore. Le tavole raffigurano (I) Santo papa (Gregorio Magno?) (II) San Paolo (III) La trinità incorona la Vergine (IV) San Cristoforo (V) San Giovanni Battista (VI) San Pietro. Il polittico, nella raccolta d’arte comunale fin dal 1889, dovrebbe provenire dalla chiesa di San Gregorio Magno.

Nel salone gentilizio della Pinacoteca «Fortunato Duranti» è conservata una Croce astile in legno dipinto attribuita al nostro pittore[3]. Nel recto, nella cimasa è dipinta la figura di San Michele Arcangelo. Nelle terminazioni dei bracci orizzontali sono le immagini dell’Addolorata e di San Giovanni Evangelista. Infine, in basso, è dipinta la Maddalena. Al centro dei bracci doveva trovarsi una statuetta del Crocifisso. Nel verso, all’incrocio dei bracci, si trova la microscultura di San Giovanni Battista. Nelle parti terminali dei bracci sono dipinte le immagini di San Pietro e San Paolo. Nella cimasa è dipinta la Madonna col Bambino. In basso: Santa Caterina d’Alessandria. Per ora è questa l'unica opera certa del nostro pittore presente nel Fermano.






[1]  L. Testi, La pittura antica alla mostra di Macerata, in "Emporium", XXIII (1906), p. 201.
[2] R. Pallucchini, La pittura veneziana del Trecento Istituto per la Collaborazione Culturale, Venezia-Roma 1964, p. 206.
[3] A. De Marchi, Per un riesame della pittura tardogotica a Venezia: Nicolò di Pietro e il suo contesto adriatico, in "Bollettino d'arte", LXXII (1987), 44-45, p. 58 n. 6. 

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