Stando alla leggenda, una bellissima profetessa abita una grotta del Monte Sibilla, nella catena dei Sibillini, nell'Appennino umbro-marchigiano, lì relegata da Dio ad aspettare il Giudizio universale a causa della sua superbia. Avuta la premunizione dell'imminente incarnazione del Messia nel seno di una vergine, la nostra Sibilla credette di essere lei la prescelta[1].
Le Sibille nel mondo cristiano
Dal IV secolo, le Sibille, profetesse pagane ispirate da Apollo, erano state accolte nell’ortodossia cristiana quali veggenti annunciatrici della venuta di Cristo presso i gentili. L’apologeta cristiano Lucio Cecilio Firmiano Lattanzio (Africa, 250 circa - Gallie, 317 circa), ricalcando il perduto canone di Marco Terenzio Varrone (Rieti, 116 a.C. - Roma, 27 a.C.), annoverava dieci sibille: Persica, Eritrea, Ellespontica, Frigia, Cimmeria, Libica, Delfica, Samia, Cumana e Tiburtina. La nostra Sibilla subì invece, rispetto alle altre, una sorta di processo di demonizzazione.
Le Sibille nel mondo cristiano