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Tela di Salvator Rosa |
Una delle credenze diffuse nella campagna della Marche meridionali era quella delle streghe, che la notte “bevevano” il sangue di neonati. Queste potevano assumere le sembianze di gatti, entrando così più facilmente nelle case. Luoghi frequentati dalle streghe per i loro raduni erano soprattutto boschetti.
La scrittrice Caterina Pigorini-Beri, in un’intervista a una vecchia di Camerino, riporta le seguenti notizie sulle streghe:
Le streghe so’ triste tanto [molto cattive], signora mia. Sapessaste! Io non le ho viste mai, ma al venerdì notte fanno rumore su per le macchie [boscaglie]. Fanno tutti li versi meno che quello del cane: smiagolano, urlano, piangono come le creature. Ma il cane per loro è molto temoso [temuto][1].